Tempo di rivincite per il trio nordirlandese che dopo qualche passaggio a vuoto ha saputo rimettersi in carreggiata e spingersi nuovamente alle vette qualitative alle quali ci aveva abituato in passato. Sebbene sia praticamente impossibile replicare il successo di 'Troublegum', i legami tra 'Disquiet' e quell'album straordinario sono numerosi a partire dalle liriche che tentano di trovare risposte a dilemmi che si sono protratti per anni. L’album viene servito con l’immancabile senso dell’humor di Andy Cairns che rende ancora più intriganti alcuni passaggi strutturati sulla base degli anthem del suddetto bestseller. A produrre 'Disquiet' è stato chiamato Tom Dalgety, dietro all'esplosione dei Royal Blood, ed in generale rispetto ai precedenti 'Crooked Timber' e 'A Brief Crack Of Light' appare evidente la ricerca di ritornelli di facile presa e pezzi che possano incendiare la folla dal vivo. Un esempio lampante sono le bellissime 'Still Hurts' e 'Good News Is No News'. Con il passare dei minuti le influenze alternative metal e punk lasciano spazio a gradi più elevati di sperimentazione e se con 'Insecurity' e 'Vulgar Display Of Powder' sembra davvero di tornare a metà anni novanta con la conclusiva 'Deathstimate' il percorso a ritroso nel tempo si rivela ancora più lungo.