Escono per un'etichetta solitamente devota alla vecchia scuola e propongono un prog metal caratterizzato da influenze alternative ed un'attitudine sperimentale. Durante l'ascolto buona parte dell'attenzione viene catturata da Fia Kempe che gioca molto con strane luci ed un approccio decisamente teatrale ma quello che colpisce è soprattutto la sua voce che duetta dall'inizio alla fine con il drumming secco e preciso di Aksel Holmgren. Le chitarre di André Axell e Gustav Almberg citano Meshuggah e The Dillinger Escape Plan ma spesso lo spettro degli anni settanta e nello specifico del rock psichedelico britannico compaiono sullo sfondo. 'The Aging Man' è un ottimo modo per avvicinarsi a questo album perché ti mette subito alla prova. 'Deus Ex Homine', 'Self æta' e 'A Discordant Call' sono gli altri passaggi mirabili di una release che saprà sedurvi lentamente e che, sebbene non risulti ancora immune da punti deboli, mostra come si possa offrire un contributo originale al movimento senza necessariamente apparire incomprensibili o bizzarri. La sensazione è che 'Duende' sia il punto di partenza per un futuro brillante ed ancora una volta il panorama nordico sorprende per vitalità a dispetto di altre nazioni in cui l'aspetto creativo è ormai passato in secondo piano.