L’esordio delle The Oath è stato un fulmine al ciel sereno e non abbiamo avuto nemmeno il tempo di goderne che il progetto era già giunto al termine della sua esistenza. Da tale litigio però Johanna Sardonis sembra essersi ripresa benissimo e, grazie alle conoscenze strette in quel periodo ed al supporto dell’etichetta che ne ha compreso il valore, e ha saputo convogliare il suo estro in un’altra formazione sulla carta addirittura più efficace. La visione è più o meno la medesima ovvero quella di un occult rock con riferimenti cospicui a Deep Purple, Led Zeppelin e Black Sabbath. Al suo fianco troviamo Garry Jennings, ex Cathedral e Death Penalty, come co-songwriter e chitarrista. Dopo il dodici pollici contenente ‘Anubis’ e ‘Morning Star’, registrato ai Candy Bomber di Berlino sotto la supervisione di Ingo Krauss e Connie Plank, la magia nera dei Lucifer si è sviluppata su distanze più ragguardevoli con tracce quali ‘Izrael’, ‘Total Eclipse’ e ‘A Grave For Each One Of Us’ che mettono in luce il talento della cantante. ‘Sabbath’ è un omaggio a chi ha scritto la storia della musica degli anni settanta mentre ‘ABRACADABRA’ e ‘White Mountain’ altri passaggi in bilico tra doom e rock che faranno impazzire chi già ha goduto dell’estro degli Avatarium di Leif Edling e Jennie-Ann Smith.