Al cospetto di un album del genere non vedo l’ora di vedere di nuovo gli inglesi dalle nostre parti per verificare se tanta energia è reale o solo sapientemente ricreata in studio. Questo perché negli anni scorsi, dopo un esordio che ha fatto parlare mezzo mondo, la parabola discendente dei The Darkness era stata alquanto repentina e gli improbabili paragoni con Thin Lizzy, T-Rex e addirittura David Bowie stilati dalla stampa specializzata si erano scontrati con l’instabilità della line-up e palesi difficoltà a focalizzare il songwriting. Adesso che ‘Last Of Our Kind’ è nei negozi possiamo dire che buona parte di quei problemi è alle spalle e Justin Hawkins pare avere riacquistato la forma dei tempi migliori. Le pressioni derivate dallo sproporzionato successo di ‘Permission To Land’ sono state negative così come le critiche ricevute dai successivi ‘One Way Ticket to Hell... And Back’ e ‘Hot Cakes’. Una sentenza di appello favorevole potrebbe arrivare con quest'album che per fortuna ci riconsegna l'irriverenza glam dei fratelli Hawkins e non presenta alcun filler. Dall'aggressività medievale di ‘Barbarian’ alla chiusura classic rock di ‘Conquerors’ vi imbatterete in un potenziale singolo dopo l'altro ed anche se la nuova batterista Emily Dolan Davies ha già salutato la truppa la rotta sembra finalmente invertita.