Devo confessare che mi aspettavo molto di più dalla nuova fatica in studio dei piemontesi. Sono trascorsi sei anni dall'eccellente 'The Isolation Game' e anche se nel mezzo ci sono stati due volumi di 'Princess Ghibli', The Stranded e diverse produzioni da parte di Ettore Rigotti il tempo per scrivere materiale che spaccasse di brutto c'era sicuramente. Invece 'Cold Inferno' è un album un po' freddo ma soprattutto un album che si accontenta di citare alcuni passaggi del passato mettendo da parte la sperimentazione che invece a mio parere aveva reso molto interessante il capitolo precedente. La chimica tra la mente del progetto e l'autore dei testi Claudio Ravinale è sempre notevole e Björn ‘Speed’ Strid dei Soilwork fa il suo sporco lavoro elevando la matrice swedish death. Gli arrangiamenti sono validi, soprattutto quelli di 'Stormghosts' e 'Oddities From The Ravishing Chasm', ma i riff massicci di ' Slaves To The Illusion Of Life' e 'Clay Of Hate' non spaventano nessuno ed a lungo andare la ripetizione di certe soluzioni finisce per annoiare. Da segnalare anche la presenza delle tastiere di Alessio Neroargento in 'Toys Of Acceleration'.