Non sono deputato a giudicare la scelta di pubblicare due album distinti in occasione della reprise del multipremiato debutto di dieci anni fa. Mr. Taylor non ha certo bisogno dei miei consigli per prendere una decisione a livello commerciale – anche se con il passaggio da Rolex Records a The Firm di soldi ne ha persi parecchio – e quindi mi limiterò a descrivere solamente il contenuto di questa versione ‘2.5’ che propone un’altra lista infinita di ospiti. Le luci dei riflettori le cattura subito Anderson ..Paak con ‘Magnus Carlsen’ e ‘Creenshaw/80s And Cocaine’ che chiama in causa anche Sonyae ma poi arrivano tre potenziali singoli da urlo come ‘Gang Bang Anyway’, ‘The Ghetto’ e ‘From Adam’. Nella prima spicca Jay Rock, coadiuvato da Schoolboy Q, nella seconda è il turno di Nas e will.i.am – già protagonista in ‘Don’t Trip’ su ‘2.0’ – e nella terza è Lil Wayne a duettare con The Game e riportarci indietro nel tempo. Hip hop e West Coast. Non vi serve altro per capire a cosa andrete in contro. Un inizio travolgente che fa a preludio ad una seconda parte in discesa con alcuni featuring poco interessanti come ‘Moment Of Violence’ e ‘Like Father Like Son 2’ che non vengono illuminate dalla presenza di Ty Dolla $ign e Busta Rhymes. Anche l’invito a Skrillex avrebbe potuto portare risultati migliori ma ‘El Chapo’ si fa comunque ascoltare. Nel complesso The Game ha fatto un eccellente lavoro e grazie ad un team collaudato ha celebrato il suo più grande successo con due raccolte di brani niente male.