Pura poesia. Basterebbero queste due parole per descrivere il secondo album uscito quest'anno ad opera della cantautrice originaria delle Isole Fær Øer e attualmente residente di Danimarca. Il successore di 'Bridges' in un certo senso si adatta in maniera complementare al materiale proposto qualche mese prima e ha il pregio di apparire ancora più esportabile. Da qualche anno infatti Eivør Pálsdóttir sta tentando di allargare la propria fanbase al di fuori del mercato norvegese, che l'ha spesso premiata, e da quello islandese, che l'accolta da qualche tempo. L'obiettivo potrebbe concretizzarsi nonostante il cantato in lingua madre non sia certo immediatamente fruibile da tutti. La magia del suo songwriting è però tale che passaggi come 'Brotin' e 'Salt' sembrano davvero fatte apposta per conquistare i cuori degli appassionati di folk pop di tutto il mondo. Sulla sua pagina Facebook si legge “there is music in every situation you get yourself into” e la voce è così sublime che si fa veramente fatica a tenere i piedi per terra. In effetti 'Slør' puo' andare bene per tutte le situazioni, è un album atmosferico, pop, a tratti lascia emergere il suo lato più elettronico e altre volte quello folk che riconduce alla tradizione culturale di Syðrugøta. La cantante mostra uno spettro vocale impressionante e si muove in un territorio che va dal jazz al trip hop e nel quale la libertà non può essere limitata in nessun modo. Il velo che viene decantato, citando il poeta Marjun Syderbø Kjælnes e grazie al contributo di Tróndur Bogason e Angelika Nielsen, Al fianco di Eivør troviamo il bassista Mikael Blak, il batterista e manipolatore elettronico Høgni Lisberg e Hallur Jónsson che si è occupato di sound design e programming per una line-up che ha saputo farci sognare e che ci auguriamo di vedere presto dalle nostre parti. Qualunque sia il mezzo o lo strumento fate vostra questa release il prima possibile.