Ho avuto modo di rivedere gli Anthrax dal vivo dopo qualche anno e devo ammettere che dopo la prestazione di spalla agli Slayer non mi sarei aspettato un tonfo del genere. Questo non è solo un album che farà discutere ma che rischia di compromettere quanto i newyorkesi erano riusciti a recuperare in termini di credibilità e stabilità con 'Worship Music'. Per carità Joey Belladonna aveva palesato non pochi problemi on stage ma la band nel suo complesso si era dimostrata in forma. Adesso ci ritroviamo tra le mani un manipolo di canzoni che presa una per una potrebbero anche mostrare qualche spunto tecnico interessante ma nel complesso si rivelano di un floscio e inconcludente pazzesco. Così come 'Dystopia' dei Megadeth si è rivelato un ottimo album di thrash penalizzato dalla voce ormai inesistente di Dave Mustaine, nel caso di 'For All Kings' la performance imbarazzante del frontman –in 'Evil Twin' è semplicemente terribile - si somma ad un songwriting mediocre che non riesce mai nemmeno ad avvicinarsi ai livelli che tutti conosciamo. Rob Caggiano ha preferito accasarsi nei Volbeat e Jonathan Donais, ex Shadows Fall, è talmente anonimo da fare ipotizzare che Scott Ian e Charlie Benante non lo abbiano coinvolto affatto. Nella tracklist si salvano 'You Gotta Believe', 'Breathing Lightning' e 'Blood Eagle Wings' che suona compatta, irruente, con un paio di riff old school sporcati da un groove panterizzato. Il resto è inascoltabile, confuso e addirittura fastidioso per chi ha amato masterpiece come 'Among The Living', 'Spreading The Disease' o 'The Sound Of White Noise'. Il leader, di recente anche su Walking Dead, ha affermato che il titolo è nato per esprimere il concetto che chiunque può avere il controllo della propria vita e quindi essere sovrano. In realtà gli Anthax i primi della classe non lo sono mai stati ma dopo avere silurato John Bush questo è il punto più basso.