Sulla scia della celebrità ottenuta in rete dalla loro cover di 'Solitude' dei Candlemass i texani danno alle stampe un album veramente difficile da classificare. L'onda strumentale segue le rigide regole del prog metal ma in 'Winter' il materiale si sposta con rapide movenze dal black alla psichedelia, dal blues al jazz mantenendo sempre elevato il profilo cinematico. Una proposta ambiziosa che ha il limite di appoggiarsi alla voce di Cammie Gilbert, molto brava in certi frangenti e sicuramente inadatta in altri. Le tredici canzoni sono state registrate agli Origin Sound, sotto la supervisione di Craig Douglas, e mixate da Russ Russell (Amorphis, Napalm Death) e, a dispetto della sorpresa iniziale, vengono penalizzate soltanto dal cantato. Non che la ragazza non sia all'altezza ma è palese che il suo stile a tratti rappresenti un freno per i due chitarristi. In ogni caso i progressi rispetto all'esordio autoprodotto 'Aetherial' sono sicuramente notevoli, gli arrangiamenti sono costruiti con maturità e coraggio ed in futuro il combo potrebbe crescere in maniera significativa. 'Nights In White Satin', 'Suffer The Last Bridge' e 'How Tall The Trees' si distinguono come i passaggi più ambiziosi ed in definitiva sono quelli da cui vi consiglio di partire nel caso desideriate avvicinarvi a questa band pur provenendo da altre tipologie di ascolti.