In fase di intervista quello che mi ha stupito di più di Martin Finnigan è stato il suo volere mettere in primo piano i testi e l'importanza che questi hanno avuto nell'approccio compositivo della sua band. Un aspetto da non trascurare in un mercato, non solo musicale, in cui di solito immagine e capacità di seguire i trend del momento vengono prima di tutto. A sorprendere è anche il fatto che non stiamo parlando di una band metal o comunque destinata ad un pubblico di nicchia ma di una realtà emergente del panorama rock anglosassone che si è già tolta soddisfazioni importanti di supporto a Paolo Nutini e Kaiser Chiefs. Altrettanto significativo il legame che i Rainband hanno stretto col nostro territorio ed in particolare con la famiglia di Marco Simoncelli realizzando il tributo alla scomparsa del motociclista italiano, con loro James Toseland da poco nei negozi col secondo full lenght, e continuando ancora oggi a supportare la fondazione a lui dedicata. Il successo di 'Rise Again' e 'Sirens' nelle classifiche del proprio paese ha acceso i riflettori su questi ragazzi di Manchester che non nascondono certo di puntare in alto con il loro mix tra brit pop e indie rock ben calibrato e arrangiato senza strafare. La semplicità dei disegni armonici e una voce non dissimile da quella di Marko Saaresto dei Poets Of The Fall sono due punti di forza della release che può contare anche su altri pezzi di facile presa come 'Morning Light' e 'Ghost'. In attesa di valutarli dal vivo, 'Satellite Sunrise' si rivela in tutto il suo potenziale commerciale e promette di infliggere uno scossone ad una scena che sta assistendo alla recente ascesa di nuovi acts come Holy Esque, Fat White Family e Slaves.