Il rischio più grande è che questo disco venga esaltato solamente per la nutrita lista di ospiti che hanno partecipato alle sessioni di registrazioni. È inevitabile che leggere nomi come Nocturno Culto, Mannevond, Nattefrost e Niklas Kvarforth provocherà entusiasmo tra le orde i metallari ancora affascinati dal culto del black ma 'Aeons In Sodom' è una gemma oscura soprattutto per il fervore emotivo che ne ha accompagnato la creazione. Per capire questo dobbiamo compiere un passo indietro e tornare con la mente nella gelida Hønefoss dove nel 1992 vennero formati gli Urgehal. La band nacque per volontà del chitarrista-cantante Trond Bråthen, per tutti Trondr Nefas, e del chitarrista ritmico Enzifer. I primi due demo erano fortemente ispirati ai Darkthrone e il debutto, 'Arma Christi', uscì per No Colours, una piccola etichetta tedesca. I lavori più recenti sono invece usciti per Agonia Records e Season Of Mist raccogliendo notevole consenso nel movimento. Purtroppo nel maggio del 2012 Trondr Nefas ha lasciato questo mondo e da allora Enzifer e Uruz - drummer che ricordiamo con Shining, Den Saakaldte e So Much For Nothing – hanno fatto di tutto per portare a termine le ultime idee dell'amico. 'Aeons In Sodom' non aggiunge niente alla storia del black metal, è sicuramente impreziosito dalla presenza di celebrità – il leader dei Darkthrone è micidiale in 'The Iron Children' e Hoest dei Taake vi farà venire i brividi con 'The Sulphur Black Haze' - ma a spingere le canzoni ad un livello superiore di quello di 'Ikonoclast' è il cuore. Nero come la pece naturalmente. Per non farci mancare nulla in chiusura abbiamo le cover di ‘Funeral Rites’ dei Sepultura e ‘Twisted Mass Of Burnt Decay’ degli Autopsy.