Ho amato anche un paio di album degli svedesi usciti nello scorso decennio ma era dai tempi di 'Projector' che non percepivo un songwriting così forte ed un'urgenza di questo tipo. Alla luce di 'Atoma', è palese come 'Construct' abbia rappresentato una fase di transizione per ritrovare la retta via e stabilizzare una line-up che ha subito brutti colpi ma evidentemente non letali. I Dark Tranquillty tornano infatti nei negozi con un lavoro immenso, curato anche nei minimi dettagli, nel quale l'approccio compositivo è di nuovo quello che li rese imperdibili soprattutto nella seconda metà degli anni novanta. Idealmente l'album si colloca proprio tra 'Projector' e 'Fiction' con stacchi melodici raffinati che vengono alternati a improvvise scariche di violenza. In attesa di capire come finirà il duello a distanza con ‘Battles’ degli In Flames, il sound di Göteborg, dall'avvento del metalcore messo più volte in discussione, dimostra di essere vivo e vegeto. Probabilmente è inutile sottolineare il fatto che Niklas Sundin e Anders Jivarp rappresentano delle garanzie assolute e le tastiere di Martin Brändström si interfacciano in maniera mirabile con le emozionanti parti vocali e le liriche a sfondo sociale di Mikael Stanne. Il mixaggio di David Castillo permette di distinguere ogni strumento in una delle produzioni più organiche e potenti dell'intera discografia del gruppo e la sensazione di sterilità percepita in alcune occasioni viene cancellata da una serie di refrain avvincenti. Oltre alla magnifica title track, episodi come 'Neutrality', 'Faithless By Default', 'The Pitiless' e 'Merciless Fate' ci riconsegnano i Dark Tranquillity a vette artistiche inarrivabili per buona parte della concorrenza.