‘My God-Given Right’ è senza dubbio il vostro migliore album dai tempi di ‘The Legacy’. Qual era la visione prima di iniziare il processo?
L’approccio è stato lo stesso di ‘Gambling With The Devil’. Abbiamo registrato dei demo e li abbiamo caricati su un server a cui possiamo accedere tutti. In quel modo sono state selezionate delle tracce che abbiamo portato in studio. Andi Deris stavolta è stato il principale songwriter e abbiamo cercato un suono più analogico rispetto agli album precedenti. La copertina tridimensionale realizzata da Martin Häusler ricorda un po’ ‘The Day After Tomorrow’ e si adatta alla perfezione al titolo che fa riferimento al sogno che tutti noi dovremmo avere il diritto di provare a realizzare almeno una volta.
In fase di presentazione avete parlato di un album più “amichevole”. Cosa significa esattamente?
E’ sempre il vecchio classico heavy metal ma un po’ più aperto verso il pubblico. Non direi commerciale ma esattamente a metà tra quello che eravamo negli anni ottanta e la nostra versione moderna. Alcune tracce non sono affatto amichevoli ma in generale l’atmosfera ed il suono sono meno rigidi del solito. ‘Lost In America’ è un esempio evidente.
Cosa puoi dirci del periodo in studio?
Siamo entrati in studio con diciotto canzoni che abbiamo prodotto come se dovessero finire sull’album. Alcune verranno utilizzate come b-sides. Durante il processo abbiamo apportato qualche cambiamento aggiungendo un po’ di gain o di effetti. La novità sostanziale è stata pero’ lo spostarci nello studio di Charlie Bauerfeind per utilizzare transcoders e compressori degli anni ottanta che non abbiamo nel mio studio. Oltre a costare tre-quattro volte quelli di oggi alcuni di essi non vengono nemmeno più prodotti. Charlie ci ha aiutato a scegliere i brani e spinto a suonare meglio. In pratica ha effettuato il mixaggio mentre registravamo.
Chi sono gli eroi di cui parlate nella prima traccia?
Sono piccoli eroi, persone comuni, bambini troppo responsabilizzati e gente che non arriva a fine mese.
‘Battle’s Won’ è un primo singolo niente male. Ho appena visto il lyric video e sembra che invece di parlare di dragoni e cavalieri il tema siano le battaglie che affrontiamo ogni giorno nella vita reale..
Nel testo c’è un messaggio positivo anche se facciamo riferimento a chi fa soldi con gli armamenti militari e gli hardware annessi. Alla fine siamo riusciti a renderla un pezzo epico nel tipico stile degli Helloween. Abbiamo deciso di pubblicare un doppio singolo con ‘Lost In America’ che invece descrive come ci sentivamo, frustrati e ubriachi, una volta che siamo rimasti bloccati nell’aeroporto del Belize. Dopo dieci ore di attesa ci hanno fatti imbarcare per San Paolo. A circa metà del volo il comandante ha deciso di tornare indietro perché c’erano dei problemi.
Cosa volevate migliorare dopo ‘Straight Out Of Hell’?
L’idea era quella di pubblicare un album celebrativo delle varie epoche degli Helloween. Come ti dicevo puoi trovarci retaggi di ‘Walls Of Jericho’ e ‘Keeper Of The Seven Keys’, passaggi che riportano alla mente ‘The Dark Ride’ come ‘Swing Of A Fallen World’ ed altri che rappresentano una riproposizione in veste moderna delle caratteristiche che ci hanno reso famosi nel mondo. Ci sono persone che hanno cominciato a conoscerci con ‘Master Of The Ring’ e questo album è anche per loro.
Siete tornati con Nuclear Blast dopo la prima esperienza conclusa con ‘Rabbit Don’t Come Easy’..
Ci hanno fatto un’offerta che non potevamo rifiutare. Anche se le cose in passato non erano andate bene non c’era cattivo sangue tra di noi. Dopo essere stati costretti a rinegoziare il contratto con la Sony ed i problemi della SPV abbiamo trovato una buona soluzione per entrambi. Il contratto vale per due album con l’opzione per altri due ma attualmente le label non si impegnano più per troppo tempo.
Hai trovato Andi Deris più rilassato dopo l’esperienza con i Bad Bankers?
Quando puoi sperimentare un approccio diverso è sempre positivo.
Qual è stato il momento peggiore e quello migliore in tanti anni di carriera?
Il tour di Chameleon è stato sicuramente il peggiore. E’ stato un peccato annullare tutti quei concerti. Le partecipazioni al Monster of Rock di Donington rimane ancora uno dei ricordi più belli.
(parole di Michael Weikath)