-Core
Caron Dimonio
Italia
Pubblicato il 01/03/2018 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto vorremmo sapere qualcosa di più del progetto. Come sono nati i Caron Dimonio? Quali erano i vostri obiettivi al momento di formare il duo? Quali sono stati i passaggi chiave finora?
Giuseppe: Il progetto ha cominciato a prendere forma alla fine dal 2012, avevo cominciato a scrivere delle nuove canzoni usando un vecchio Electribe Korg e la mia chitarra e mi serviva un bassista con cui svilupparle. Conoscevo Filippo perché avevamo suonato in un gruppo che ha avuto breve vita, così gli ho proposto di suonare insieme. Gli obbiettivi inizialmente erano di registrare un EP demo di 5 brani per cominciare a proporlo in giro a locali ed etichette, di lì a poco grazie a internet e a il passaparola fra gli addetti ai lavori sono iniziate le prime date in giro per l’Italia e successivamente all’estero.

Sappiamo che Filippo suona nei Black Veils. Ci sono altre esperienze nel vostro background?
Giuseppe: Suono da quando avevo 15 anni e  ho collaborato con vari progetti musicali, l’esperienza più significativa è stata con i DNA2 un progetto alternative rock nato a Bologna in cui ho militato dal 2001 al 2008. Ero molto giovane.

Dal punto di vista stilistico e sonoro come vi collocate? Ritenete che il vostro sound sia più legato al panorama italiano oppure a quello estero?
Giuseppe: Ci hanno definito “un incidente fra post punk ed elettronica”, penso che come definizione ci rispecchi. Siamo legati all’italia per l’uso della lingua italiana, musicalmente di italiano c’è molto poco.

Quanto sono importanti i testi in una musica dall’animo elettronico come la vostra?
Giuseppe: I testi sono importanti quanto la musica, devono essere musicali ed evocativi, mi piace definire il mio modo di scrivere “non narrativo”.

Quali sono le vostre influenze più importanti in ambito elettronico e post punk?
Giuseppe: Non saprei,  inevitabilmente a livello inconscio tutto quelli che ascolti o che hai ascoltato finisce in quello che suoni,  quello che è stato prodotto dagli anni ‘70 fino ad oggi in ambito punk, post punk, new wave, alternative rock, grunge, elettronica  puoi trovarlo dentro il patchwork Caron Dimonio.

Cosa volevate cambiare o migliorare dopo ‘Solaris’?
Giuseppe: Ci lasciamo trasportare dall’ispirazione, dalla semplice voglia di suonare. Avviene tutto in modo molto semplice e spontaneo, suoniamo quello che ci piacerebbe ascoltare. Da “Gestalt” il primo album a “Religio” terzo album è stato dato più spazio all’elettronica, ma come dicevo è avvenuto tutto in modo molto spontaneo.

Perché avete deciso di registrare a Ravenna? Cosa avete chiesto a Gianluca Lo Presti in termini di produzione? È stato complicato mixare l’album?
Giuseppe: Abbiamo deciso di scegliere Gianluca come produttore perché ci siamo sentiti subito a nostro agio con lui sia a livello umano che professionale, sa seguirci e consigliarci in modo attento e mai invasivo, soprattutto per quello che riguarda l’elettronica. Abbiamo registrato “Religio” in circa 30 giorni fra settembre e ottobre, ci chiudevamo saltuariamente in studio per 3/4 giorni di fila. Il Lotostudio si trova in campagna, ci isoliamo dal resto e ci concentriamo sulla musica, a seconda della quantità di tracce abbiamo perso dalle 24 alle 48 ore per mixarle, avevamo le idee abbastanza chiare.

Provate a recensire ‘Hitler amava i cani’ e ‘Dio pesante sulla schiena’ per i nostri lettori..
Giuseppe: ‘Hitler amava i cani’ è una canzone che tratta in stile “non narrativo” il tema del confronto con se stessi e con il mondo dal un punto di vista dell’agnostico, per le parti di batteria acustica ci siamo rivolti a Michele Testi, già impegnato con i Dade City Days, altra band bolognese molto attiva. ‘Dio pesante sulla schiena’ è un brano ispirato dai recenti atti di terrorismo compiuti dall’ISIS, anche qui la batteria acustica è stata suonata da Michele.

Quali sono le altre tracce più significative a vostro parere?
Giuseppe: È un po’ difficile rispondere, è un po’ come chiedere a un genitore a quale figlio sei più affezionato.

Che rapporto avete con la religione?
Giuseppe: Io sono agnostico ma sono molto rispettoso verso chi vive la religione in modo serio.

Ci sono altri acts, non necessariamente elettronici, della scena underground bolognese che meritano la nostra attenzione?
Giuseppe: Fra le band migliori mi sento di citare Two Moons, The Black Veils, Be Strass, European Ghost.

Come pensate di promuovere l’album? Cosa dobbiamo aspettarci da un vostro live? Usate delle visual particolari?
Giuseppe: Per l’ufficio stampa ci siamo rivolti a Francesco Carlucci, che collabora con la nostra etichetta la Atmosphere records e con Fleisch Agency. Nei live cerchiamo la potenza e la compattezza, i visual sono estratti da alcuni lavori di Bill Viola e di Toshio Motsumoto, sono legati a tematiche che trattano la nascita e la religione.
 

Caron Dimonio
From Italia

Discography
Solaris (2016)
Religio (2018)
Porno Post Mortem (2022)