-Core
Katatonia
Svezia
Pubblicato il 04/06/2020 da Lorenzo Becciani

Immagino che quest'album sia molto importante per voi e per Peaceville Records. Avete percepito maggiore pressione durante il processo?
A dire il vero, siamo sempre stati sotto pressione durante il processo di creazione di un album. Dubbi e preoccupazioni diventano i tuoi peggiori incubi! Un approccio critico che si genera principalmente dal flusso di lavoro e dalle restrizioni rispetto allo sviluppo, poiché miriamo costantemente ad alzare il livello artistico. La ricezione di un nuovo capitolo discografico è sempre analizzata con attenzione dai fan e dai media visto che l’industria sta vivendo momenti di profondi cambiamenti. E questo chiaramente aggiunge aspettative e ulteriore pressione.

Quando avete iniziato a comporre le tracce dell'album? Qual era la vostra visione?
Le canzoni di 'City Burials' avrebbero dovuto in origine far parte del solo album di Jonas, a cui stava lavorando assieme a Anders Eriksson (Frank Default) in un periodo di pausa della band. All'ultimo momento ha cambiato idea, proprio prima di entrare in studio e coinvolgere altri musicisti; ha preferito che quelle canzoni diventassero un album dei Katatonia. Le ho ascoltate e ho capito che buona parte del materiale posseva una connessione importante col nostro mondo. Così, dopo qualche riarrangiamento o ritocco, siamo entrati in studio lo scorso anno e abbiamo prodotto insieme l'album, come accaduto per decenni.

In parte il processo è stato influenzato dagli impegni nei Bloodbath?
Se fosse così, la risposta sarebbe in diretto contrasto tra le due band. I Bloodbath sono un outlet di aggressività ed uno strumento per un certo tipo di intrattenimento che i Katatonia non possono offrire. D’altra parte, i Bloodbath non possono sostituire certi bisogni sostanziali che ricevo dai Katatonia. Far parte delle due band crea un equilibrio tra tensione e motivazioni che mi spinge a dare il massimo.

Com’è nato il titolo ‘City Burials’?
Tratta principalmente del destino dei ricordi e di come questo fenomeno varia di persona in persona. Per alcuni è travolgente mentre per altri è come aria fresca. É interessante e spesso triste osservare quanto possa pesare il passato.

Cosa volevate cambiare o migliorare dopo ‘The Fall Of Hearts’?
Volevamo pubblicare un album conciso, forse più diretto al punto. A parte questo, si è trattato semplicemente di un nuovo capitolo in termini di scrittura, registrazione e produzione. Vogliamo sempre suonare il meglio possibile. Ci siamo spostati in un paio di studi di Stoccolma e abbiamo impiegato un po’ di tempo per scegliere strumenti, gear, hardware e software. Per il mix e la masterizzazione ci siamo rivolti a Jacob Hansen che ha svolto un lavoro magistrale. Il sound di ‘City Burials’ è spettacolare!

Perché avete scelto ‘Lacquer’ per anticipare l’album?
Prima di tutto, perché è una bella canzone, e poi perché volevamo mettere alla prova l’ascoltatore con qualcosa di leggermente diverso dal previsto. Il secondo singolo, ‘Behind The Blood’, è ugualmente molto particolare! Musicalmente è all’opposto di ‘Lacquer’. Abbiamo deciso di mostrarci in maniera non convenzionale ma sembra che abbia funzionato. Come terzo singolo pubblicheremo ‘The Winter Of Our Passing’ che invece è un pezzo piuttosto canonico per i Katatonia. La combinazione è una mappa territoriale molto vasta in cui nessun angolo somiglia agli altri.

Quali sono le altre tracce chiave a tuo parere?
Per me è importante che ogni canzone lasci il segno. Voglio che le persone amino tutto l’album.

L’artwork è meraviglioso. Cosa avete chiesto a Lasse Hoile?
Avevamo già lavorato insieme per un paio di video e gli abbiamo girato la sinopsi del tema trattato nell’album. Alla fine è stato sia il fotografo che il personaggio principale. Un selfie di successo.

Vuoi darci qualche dettaglio sulla collaborazione con Anni Berhnard?
L'abbiamo scoperta mentre cantava in una band svedese decisamente sottovalutata che si chiamava Full Of Keys. Ci siamo resi conto del suo potenziale e le abbiamo chiesto se voleva dare un colore diverso all'album con la sua voce meravigliosa. Il risultato si può ascoltare in 'Vanishers'.

Quali sono i tuoi ricordi più belli dei Melancholium?
Oh, questo significherebbe graffiare i cancelli di un nuovo mondo.

Qual è il vostro bestseller fino adesso?
‘The Great Cold Distance’.

E l'album più sottovalutato?
‘Tonight’s Decision’.

Non siete rockstar ma siete comunque una solida unità dagli anni '90, con tanti bellissimi dischi alle spalle. Adesso il mercato e l'industria musicale sono cambiati molto. Quali sono le sfide più grandi per band come la vostra?
La sfida più grande, in tutta sincerità, è capire come riuscire ad avere un guadagno mentre sacrifichi tutto te stesso per seguire i propri obiettivi. In pratica, siamo costantemente in bilico tra compromessi ed integrità, in ogni scelta che facciamo di questi tempi.

(parole di Anders Nyström)

Katatonia
From Svezia

Discography
Dance of December Souls (1993)
Brave Murder Day (1996)
Discouraged Ones (1998)
Tonight's Decision (1999)
Last Fair Deal Gone Down (2001)
Viva Emptiness (2003)
The Great Cold Distance (2006)
Night Is the New Day (2009)
Dead End Kings (2012)
The Fall of Hearts (2016)
City Burials (2020)
Sky Void Of Stars (2023)