Ho letto molti commenti sul nuovo album. In tanti dicono che 'Omega' è la logica conseguenza di 'Holographic Principle', ma personalmente ho trovato piu' similitudini con 'The Quantum Enigma'...
Sono totalmente d'accordo con te. 'Omega' è senza dubbio piu' vicino a 'The Quantum Enigma', sia dal punto di vista dello stile che da quello del concept. Trovo che ci sia una forte connessione tra i due album e non nascondo che anche personalmente, prima di iniziare a parlare con gli altri di quale strada intraprendere per il nuovo album, speravo di tornare in quella direzione.
Fin dalla prima traccia si respira una grande libertà compositiva. Passate senza problemi da parti brutali e aggressive ad altre orchestrali e sinfoniche, da melodie di ampio respiro a strutture ritmiche intricate..
Hai descritto molto bene la nostra idea di musica. Credo che nell'album ci sia un pezzo che tiene insieme un po' tutti i pezzi ed è 'Kingdom Of Heaven pt. 3 – The Antideluvian Universe'. Dal vivo sarà ancora differente perché è impossibile suonarla come la sentite adesso.
Per certi versi sono tre pezzi insieme...
Sì, praticamente è così. Siamo riusciti a connettere le parti piu' melodiche con gli elementi della musica progressive che piacciono a noi.
'Rivers' è sicuramente il pezzo piu' commerciale dell'album.
E' sicuramente un momento di quiete prima dell'esplosione di altra musica aggressiva. Ogni tanto c'è bisogno di respirare e la voce di Simone è fantastica. Riesce davvero a toccare il cuore di chi ascolta.
Come decidete quando un pezzo è perfetto per gli Epica?
Scriviamo tanto materiale e poi ne parliamo insieme. Buona parte dei pezzi vengono valutati dal punto di vista qualitativo e prima o poi vengono selezionati o scartati.
In questi anni quanto è cambiato il vostro approccio compositivo?
Per ogni album lavoriamo in maniera diversa. Stavolta abbiamo affittato una casa per cinque giorni e dopo esserci confrontati ed avere provato i pezzi siamo andati in studio.
Gli Epica sono uno dei pochi gruppi che sa suonare alla grande dal vivo ma allo stesso tempo riesce a creare viaggi meravigliosi quando pubblica album. Ciò vi distingue per esempio da altre formazioni quotate in ambito symphonic metal, che per un motivo o l'altro non riescono a mantenersi a livelli di eccellenza in entrambe le dimensioni.
Abbiamo fatto tanti sacrifici per arrivare a questo livello. Soprattutto nei primi anni è stato difficile perché non potevamo vivere di musica e siamo stati costretti ad investire molto. Indietro tornava poco e poi andare in tour per sei mesi l'anno non è sempre semplice quando hai delle famiglie che ti aspettano a casa. Adesso che siamo in lockdown invece si lamentano perché siamo sempre a casa! E' bello comunque avere del tempo libero e potersi dedicare ai figli oppure anche semplicemente a scrivere per conto proprio. Personalmente sto imparando tecniche nuove e, anche se mi mancano gli show, riesco a trovare l'aspetto positivo pure in questa situazione.
E per quanto riguarda le orchestrazioni invece?
Uso Logic Pro per programmare batteria, basso e orchestrazioni. A quel punto faccio ascoltare il pezzo agli altri e ognuno dice la sua finché il pezzo non viene arrangiato. Quando abbiamo un'immagine globale registriamo i cori e poi tutte le nostre parti da capo.
Cosa rappresenta per te il simbolo omega?
La fine di un ciclo. Non parlo del nostro ultimo album ma di genere umano e universo che si unificano. È un concept affascinante che ci riguarda tutti. Il labirinto che è raffigurato nella cover rappresenta la sensazione che proviamo quando ci sentiamo persi nel mondo. Devi trovare una strada quando nasci. É tutto un gioco di scoprire cose nuove. Come successo con i nostri due album precedenti, il concept è uno stimolo ad ascoltare l'album dall'inizio alla fine. Le dinamiche sono molto importanti e l'unica differenza in tal senso è il fatto che stavolta il mixaggio è stato eseguito dal nostro produttore e non da Jacob Hansen.
Sul suono di chitarra come ti sei orientato?
Parto sempre da alcuni demo. Ho delle basi registrate e lavoro finché non trovo un suono che mi piace per tutto ovvero chitarra, basso e batteria. Non usiamo template ma sperimentiamo in continuazione e spesso cambiamo idea all'ultimo minuto.
Stai pensando ad un nuovo album dei Mayan?
É un periodo complicato per band di questo tipo perché non ci sono introiti ed invece ci sono comunque costi come per il sito o il management. Dobbiamo trovare la maniera di incontrarci ma stiamo lavorando a nuove idee. Ce l'hanno chiesto in tanti e credo sia venuto il momento di cominciare a pensare seriamente ad un nuovo album.
(parole di Mark Jansen)