Mentre attendevo la tua chiamata ho dato un’occhiata alla vostra pagina Instagram e avete oltre trecentoquarantamila follower. Niente male davvero..
È sempre più importante. Prima i fan leggevano le riviste specializzate per ottenere informazioni mentre adesso fanno tutto tramite i social media. Per certi versi sono nostalgico di quel periodo, in passato ho anche scritto a volte su Aardschok, un magazine metal che in Olanda è sempre andato per la maggiore. Ora però io stesso faccio riferimento a Blabbermouth. Sono cambiati i tempi.
Come avete ideato e organizzato l’ambizioso show che poi è stato riproposto come ‘Omega Alive’?
È stato un lavoro che ci ha portato via quasi un anno e mezzo anche se poi la realizzazione del progetto ci ha visti maggiormente coinvolti nell’ultimo mese. Alla fine si è trattato soprattutto di una questione di budget perché avevamo le idee molto chiare. Volevamo pioggia, fuoco, ballerini, acrobati ed un coro di bambini e, grazie al nostro manager ed a tutte le persone della crew, siamo riusciti a portare a termine il progetto. L’ispirazione è nata dagli spettacoli del Circus du Soleil così come da qualche film di Tim Burton e ogni canzone è stata eseguita in una versione unica.
Quanto lavoro c’è dietro ad un live del genere?
Il lavoro è enorme ma noi volevamo proporre il più grande show di sempre, quindi è normale che fosse così. Adesso sarà difficile replicare qualcosa del genere ma alla fine è quello che succede anche quando pubblichi un disco o finisci un tour. Vuoi sempre fare meglio e nel giro di qualche mese escono nuove idee o arrivano sviluppi della tecnologia che prima non c’erano. Abbiamo coinvolto oltre settanta persone tra crew, videocamere e operatori del locale. Visto che volevamo tanti effetti speciali ci siamo subito resi conto che non avremmo potuto realizzare lo show in un normale locale per concerti e ci siamo dirottati sul Groene Engel di Oss, una cittadina a circa ottanta chilometri da Amsterdam. In passato è stata utilizzata anche per film di Hollywood. Per la regia abbiamo scelto il nostro amico Jens De Vos che ci segue da tempo mentre del mixaggio audio se n’è occupato il fonico che ci accompagna costantemente in tour.
Quali sono stati i momenti più divertenti e stressanti?
I più divertenti sicuramente quando abbiamo impiegato gli acrobati perché vederli saltare da così in alto ci ha mozzato il fiato. Di momenti stressanti in particolare non ce ne sono stati, perché lo show era pianificato nei dettagli. Magari non pensavamo che avremmo impiegato così tanto tempo per realizzare il tutto e di sicuro suonare senza pubblico non è il massimo.
Come state trascorrendo questi mesi in attesa di ripartire in tour?
Intanto ci teniamo in forma e speriamo di potere riabbracciare presto i nostri fan. Siamo grati di essere ancora qui dopo così tanti anni. Non avremmo mai pensato di intraprendere un viaggio così lungo ed entusiasmante. Nelle interviste ci stanno chiedendo tutti del nuovo album ma, anche se ognuno di noi sta accumulando delle idee, non abbiamo scritto ancora una nota.
Cosa hai ascoltato di recente di interessante?
Mi è piaciuto moltissimo il nuovo EP degli Insomnium. Ascolto anche tante colonne sonore e uno dei miei compositori preferiti è James Newton Howard.
(parole di Coen Janssen)