-Core
Minru
Svezia
Pubblicato il 09/07/2022 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto congratulazioni perché l’album è bellissimo. É stato un processo complicato? 
Grazie mille. Sì, lo è stato. Probabilmente è stata la cosa più difficile che ho fatto nella mia vita. Sicuramente ho combattuto molto. 

Quando hai cominciato a comporre il materiale? Qual era la visione?
Ho scritto le prime canzoni all’inizio del 2019. Anche in precedenza sapevo che avrei voluto pubblicare un album, ma non avevo una chiara idea della direzione sonora o del concept. Poi qualcuno vicino a me è scomparso alla vigilia di Natale della fine del 2018 e questo evento ha rappresentato una svolta per l’album. Scrivere musica è diventato qualcosa di difficile da spiegare agli altri. La morte ed il dolore sono qualcosa che solitamente mettono le persone a disagio e quindi la musica per me è diventata una specie di spazio dove sentirmi tranquilla e libera di esplorare certi argomenti. 

Dove si sono svolte le registrazioni? Che tipo di sound volevi ottenere?
Buona parte dell’album è stata registrata nel mio apparamento a Berlino, Neukölln.  Ha alcuni vecchi pavimenti in legno molto cigolanti che a volte possono essere ascoltati nelle registrazioni, se fai attenzione. Batteria, pianoforte e chitarre sono stati registrati in un vero e proprio studio di registrazione. Volevo che l'album avesse vibrazioni e atmosfere molto forti, qualcosa che è difficile da descrivere a parole. Volevo che suonasse intimo e delicato, come dei sussurri sotto le coperte, ma anche leggermente inquietante e sognante.

Hai seguito dei template particolari in termini di produzione e mixaggio? 
Ad essere sincera, sento che devo ancora imparare molto quando si tratta di registrazione e produzione. Una cosa che so con certezza è che c’è bisogno di tempo per entrare nel giusto stato mentale. Poi devo essere sola, idealmente in un luogo remoto e magari nella natura. In questo modo non ci sono distrazioni e posso concentrarmi solo sulla musica. In termini di ispirazione ho ascoltato parecchio ‘Carrie & Lowell’ di Sufjan Stevens mentre completavo l’album. Quindi dal punto di vista della produzione e del sound direi che quel disco mi ha influenzata sicuramente. 
 
Qual è stato il momento più eccitante del processo? 
Mi ricordo bene quando abbiamo registrato le parti di violoncello. Era un fine settimana caldissimo di estate a Berlino, quasi 40 gradi e molto umido. Non avevamo molto tempo perché la mia violoncellista era in città solo per un paio di giorni. Abbiamo costruito questa  sorta di fortino attorno a lei ed al microfono con delle coperte  per isolare il più possibile il suono, il che ovviamente  rendeva tutto ancora più caldo. È stato un po' estremo, ma anche divertente. Abbiamo dovuto fare delle docce ghiacciate tra una sessione e l'altra per rinfrescarci. 

Quando ti sei trasferita dalla Svezia a Berlino? Quali sono le differenze principali tra le due culture?
Ormai sono dieci anni. La più grande differenza sta nelle persone. Qui a Berlino i musicisti pensano alla carriera, perché l’industria musicale è più vicina e presente. In Svezia, soprattutto a Göteborg da dove provengo, l’approccio è diverso. Ci si diverte di più ed è più che altro per esprimere sé stessi. Magari lo fai con gli amici, ma non per soldi.  

Sei entrata in contatto con qualche artista interessante? 
Praticamente tutti i miei amici berlinesi sono fantastici musicisti e cantautori. Una delle mie migliori amiche, Tara Nome Doyle, scrive musica stupenda. Vorrei però citare anche Adna, con cui divido lo studio. Anche lei è incredibile. 
 
Perché hai scelto ‘Liminality’ come titolo?  
Ho trovato questo termine leggendo un libro sulla psicanalisi di Carl Jung. Nel libro, il termine “Liminality” era usato per descrivere l’istante in cui sai di non potere tornare indietro e in cui non sai nemmeno cosa diventerai poco dopo. Una sorta di limbo. Ho pensato che si adattasse al materiale che avevo scritto, sia per il processo che per temi come la morte, il dolore e l’instabilità. 
 
Cosa intendi esprimere in generale con le liriche?
Cerco di creare una certa atmosfera, unendo musica e testi. Le liriche sono spesso  velate e metaforiche perché probabilmente ho sentito il bisogno di bilanciare gli argomenti emotivi e oscuri dietro di esse.

Prova a recensire ‘Infinity’ e ‘Light End’ per i nostri lettori..  
‘Infinity’ è la prima canzone che abbia mai scritto al piano. C’è voluto tanto tempo per finirla, ho cambiato il coro e riscritto le liriche diverse volte. ‘Light End’ è invece una canzone che si è scritta praticamente da sé. Ho impiegato solo un paio di giorni per completarla e questo mi lascia ancora perplessa.  
 
Quali sono le altre tracce chiave a tuo parere?
Credo che ‘In Between’ trasmetta bene il messaggio di tutto l’album. È una delle ultime canzoni che ho composto e riassume un po’ tutto. 

Sei mai stata in Italia?
Sì, sono stata a Roma e in Toscana. Amo l’Italia, è bellissima e c’è tanta storia, cibo fantastico e tanta gente interessante. Sarebbe come realizzare un sogno suonare dalle vostre parti. Sto pensando ad un set molto intimo, con chitarra, archi e tastiere. 

Se dovessi scrivere la sceneggiatura del tuo mondo, come la descriveresti? 
4 del mattino, aria fresca e umoda. Il sole cresce lentamente a Est, gli uccelli cantano e c’è tanta calma e natura. I miei amici dormono sempre, sento il profumo del caffè caldo ma anche una sensazione di terra fredda sotto i miei piedi nudi. 

(parole di Caroline Blomqvist)

Minru
From Svezia

Discography
Liminality - 2022