-Core
Francesco Lurgo
Italia
Pubblicato il 02/08/2022 da Lorenzo Becciani

È bello ritrovarti dopo il disco dei Fleur con questa esperienza solista. Nel corso dell’intervista passata erano rimasti un sacco di spunti aperti e adesso ti sei complicato la vita, perché dopo un disco come ‘Sleep Together Folded Like Origami’ puoi davvero pubblicare di tutto..
Hai ragione! Già sapevo che sarebbe uscito quest’album ai tempi dell’altra intervista ma ovviamente ho tenuto nascosta la cosa per scaramanzia. Ho un altro album quasi pronto ma non so ancora in che veste lo pubblicherò. Di sicuro proverò prima le canzoni dal vivo.

Cos’è successo con i Fleur?
É successo che un brano ha dato il via ad altri brani e c’è stata la volontà di dare loro una casa. Durante il primo lockdown, non avendo nulla da fare, ho scritto molto. Un pezzo è finito nel disco dei Fleur mentre gli altri sono rimasti fuori nonostante fossero completi. Ho capito che non c’era modo di aggiungere altre persone e così mi sono convinto a pubblicare un lavoro solista. Avevo dei dubbi, come è naturale, ma parlando con amici come Emilio Pozzolini mi sono detto che era il momento giusto per fare questo passo. A quel punto ho continuato a scrivere pezzi, ci sono state altre sessioni e mi sono reso conto che da solo gestivo meglio le cose perché potevo lavorare sul materiale quando volevo. Ho ripreso anche alcune idee molte vecchie ma che ho rivisto totalmente. Alla fine il processo è stato di circa un anno e devo dire che ho notato molta più coerenza rispetto al passato. Qualcosa è rimasto fuori e magari lo riprenderò nei prossimi dischi, ma nel complesso direi che ‘Sleep Together Folded Like Origami’ è la fotografia di un momento di ispirazione. Tra la fine della scrittura e il completamento effettivo del disco, con l’aggiunta degli archi, la produzione ed il mastering, ho composto cose nuove.

La copertina è molto bella e soprattutto trasmette un messaggio importante. Un abbraccio in un periodo come questo. 
Vuole trasmettere un senso di protezione anche perché il disco è nato in un periodo di grande distacco. Al momento sto montando per lavoro delle immagini di guerra e quindi molto crude. Il titolo è nato da una frase che mi è piaciuta di un libro di Sally Rooney e con il disegno di Aurora Bertoli ho cercato di simboleggiare quel calore. 

L’interesse per origami e naufragi dove nasce?
Nel caso degli origami si tratta semplicemente di una parafrasi usata sul libro che ti dicevo. Le protagoniste si addormentano abbracciate quasi fossero un origami. Per quanto riguarda invece i naufragi il collegamento va a quando stavo scrivendo il pezzo e me lo immaginavo diverso dal mio stile. Un paio di riferimenti sono stati senza dubbio la ‘Santissima dei Naufragati’ di Vinicio Capossela e ‘Il Naufragio’ dei Marlene Kuntz. 

Archi e orchestrazioni sono serviti per dare colore al materiale?
Sì, ho iniziato istintivamente senza pensarci troppo, ma fin da subito per scrivere le melodie portanti ho usato una libreria di campioni tra cui anche suoni di violoncello. In seguito ho capito che per quelle parti mi serviva una viola e Elena Raugei, che cura la promozione e l’ufficio stampa, mi ha consigliato Erika Giansanti e mi sono trovato benissimo. Ha lavorato anche con Marco Parente e mi è piaciuta subito, sia dal punto di vista personale che da quello tecnico. Ho cercato di realizzare il connubio perfetto tra tocco umano e elettronica.

Possiamo affermare che la produzione di questo è meno liquida e più organica rispetto a quella del disco dei Fleur? 
Sicuramente ho cercato di dare un profilo più naturale al materiale. Oltre agli archi ed alla chitarra, ho utilizzato campioni di suoni reali. Alcune note di chitarra sono diventate dei synth mettendole al contrario e alcuni suoni originali sono stati trasportati in effetti e tappeti sonori. È stato un modo di procedere nuovo per me ma molto stimolante.

Emilio Pozzolini in tal senso è stato più un facilitatore o un complicatore?
Direi che è stato soprattutto un amico che mi ha dato dei consigli importanti. A livello di produzione ha curato solo un brano, ‘Carnation Bloom’, e poi si è occupato del mastering, però mi sono confrontato con lui. La sua impronta c’è perché mi ha dato degli spunti interessanti e tanta confidenza nel lavoro che stavo portando avanti.

Nel comunicato stampa vengono citati nomi altisonanti come Ben Frost, Stars Of The Lid Godspeed You! Black Emperor… A me invece interessa sapere se c’è qualche nome meno conosciuto tra le tue influenze?
Te ne cito due. Uno è Domiziano Maselli, un altro amico che possiede un talento incredibile, e l’altro è Rachika Nayar, un’artista transgender di New York. Ormai di post-rock ascolto poco, classici come Labraford o Godspeed You! Black Emperor ma poco altro. Sono più per la musica ambient o per violoncellisti sperimentali come Julia Kent o Oliver Coates, che ha collaborato di recente con Clark* sul bellissimo ‘Playground In A Lake’.

Visto che sei un videomaker di professione ti chiedo se hai visto qualcosa che ti ha colpito negli ultimi tempi?
Di film direi di no. Mi ha colpito molto la serie televisiva Midnight Mass.  

(parole di Francesco Lurgo)  
 


 

Francesco Lurgo
From Italia

Discography
Sleep Together Folded Like Origami - 2022