Gli Heroes And Monsters sono uno dei nuovi supergruppi sotto contratto con Frontiers Records. Hanno appena fatto uscire un disco, molto bello, e tra qualche giorno, precisamente il 9 febbraio, inizieranno un tour che li vedrà protagonisti in Italia. Si parte da Castel di Sangro per poi andare su e giù per lo stivale. Stef Burns, chitarrista della band che non ha bisogno di presentazioni, ci parla di come sono nati gli Heroes And Monsters:
Con Will Hunt ci conosciamo da tempo. Abbiamo suonato insieme con Vasco Rossi durante gli anni 2014-2015 e 2016. Lui è un grande batterista e da subito tra noi è nato un grande feeling. Abbiamo sempre avuto la voglia di suonare insieme ed essere più liberi. Abbiamo coinvolto Claudio Golinelli al basso e abbiamo creato un power trio. Ci siamo divertiti tantissimo ed il Gallo ha un modo di suonare melodico, molto anni sessanta e settanta. È bravissimo e mi ricorda tanto John Entwistle degli Who. Poi io e Will avevamo bisogno di un cantante, uno vero e siamo arrivati a Todd Kerns. Will lo conosceva da tempo e in questo modo si sono formati gli Heroes And Monsters.
Come sono nate le vostre canzoni, visto che vivete lontano uno dall’altro?
Sono nate a distanza. “Locked And Loaded” è una canzone che ho scritto io, ma mancava di melodia e testo. A questo ci ha pensato successivamente pensato Todd Kerns. Lo stesso ha fatto con “Break Me (I’M Yours)”. Io mandavo i pezzi suonati con basso batteria e chitarra incorporate e Todd ci ha messo il resto. Lo stesso è stato per un paio di canzoni scritte da Will. Inoltre io ho scritto un paio di brani insieme a Nicolò Bocchi che è un altro artistae cantante fantastico e anche queste sono andate a finire nel disco.
Questo lavoro ha due pregi. Ha una produzione moderna ed è legato, allo stesso tempo, alle sonorità e agli approcci tipici delle band degli anni settanta e ottanta. Sei d’accordo?
È verissimo, noi siamo cresciuti con questa roba qui. In questo disco puoi trovare riferimenti ai Led Zeppelin agli Sweet ai Queen, oltre a qualcosa dei Beatles. Il primo pezzo dell’album, ad esempio, è, però, ispirato moltissimo ai Royal Blood. Qualcos’altro, invece è legato agli anni novanta come “I Knew You Were The Devil” che è una specie di storia alla Bonnie And Clyde, in cui lui è innamoratissimo di lei che, però, è una pazza. Alla fine il tizio la deve lasciare, perché non riesce a starle più dietro. Di questa canzone mi piace il ritornello, ma anche il bridge che è fantastico.
Un altro aspetto importante che viene fuori è che questo lavoro cresce alla distanza. Più lo ascolti e più ti entra dentro. Condividi questa sensazione?
Certamente. Non è come una caramella che sembra buona all’inizio, ma poi non ti piace più. Qui, invece, devi ascoltare più volte questo album per capirlo ed apprezzarlo.
Parlando di te, come è il tuo rapporto con l’Italia?
Si tratta di un rapporto molto forte. Ho lavorato tanto negli States dal 2000 al 2018. Però, poi, tornavo sempre in Italia, perché avevo Vasco ed altri progetti di lavoro. Poi mi sono sposato con Maddalena Corvaglia. Anche se poi ci siamo separati, dal 2018 sono rimasto stabilmente in Italia, visto che nostro figlio sta crescendo qui. A quel punto ho preso casa a Milano e sono, ormai, milanese d’adozione.
Ritornando al discorso musicale, vi piacerebbe che il progetto degli Heroes And Monsters non finisse con questo disco? Quali sono i vostri obiettivi, visto che avete tutti delle carriere molto impegnate?
Io spero che il progetto duri tanto. Con Vasco, ad esempio, io suono solamente due mesi all’anno e quindi di tempo ne ho per fare altro. Dobbiamo trovare il tempo e questo tour che faremo è un test importante per capire come andranno le cose. Ci piacerebbe realizzare un altro disco e portare questo gruppo nel mondo. Ad esempio, per quanto mi riguarda, a luglio e agosto si potrebbe andare in giro. Vediamo cosa accadrà.
Come vi state preparando per questo tour visto che vivete a distanza?
Stiamo provando da remoto. Io e Todd siamo in contatto tutti i giorni e ci mandiamo tanti messaggi per capire come suonare una canzone o fare un coro. Dovremo essere preparati molto, perché non c’è molto tempo a disposizione. Abbiamo solo due giorni per poter fare delle vere e proprie prove. Todd e Will arriveranno dal Canada e dagli Stati Uniti tra qualche giorno e quindi dobbiamo metterci sotto il più possibile.
Stando in Italia, come consideri la musica nostrana?
Da un punto di vista dei musicisti, in Italia ci sono degli artisti top che non hanno niente da invidiare a nessuno. Ho suonato con musicisti di altissimo livello in questo paese, anche se credo che il livello più alto l’ho notato in Brasile dove davvero suonano in ogni angolo di qualsiasi città. Per quanto riguarda il resto, io sono legato alle cose con cui sono cresciuto. Suonando con Vasco, lo apprezzo sempre di più. Mi piacciono tantissimo i suoi testi. Sento ogni tanto dei bei pezzi pop alla radio. Da un punto di vista delle rock band, sinceramente, conosco pochissimo.
Un’ultima considerazione. Visto che sei un chitarrista, se proprio dovessi scegliere di suonare con un tuo collega chi preferiresti?
Ad essere sinceri non avrei voglia di suonare con altri miei colleghi. In questo caso voglio solo ascoltarli. Sono amante di Jeff Beck, che per me è il numero uno, Eddie Van Halen, Steve Vai, Bumblefoot, Jimi Hendrix. In realtà, però, mi piacerebbe suonare per alcuni cantanti. Il mio sogno sarebbe stare al fianco di Paul McCartney, così come mi piacciono Steely Dan e Sting.
E di Myles Kennedy cosa pensi, visto che suona con Todd Kerns?
Io preferisco Todd. Myles è bravissimo, intendiamoci, ma Todd Kerns mi è entrato dentro da subito.