-Core
XP8
Italia
Pubblicato il 24/04/2006 da Lorenzo Becciani
Traccia la storia del progetto XP8 attraverso le vostre release e collaborazioni
Ci siamo formati ufficialmente nel 2001, mettendo a riposo il precedente progetto di Marko e Paul, chiamato Retina e dedicato alla sperimentazione elettronica a 360 gradi, ma che non era mai riuscito a concretizzarsi in un qualche genere di release discografica. Passeranno però ben due anni prima che anche XP8 riuscirà a produrre qualcosa di concreto: due anni in cui però abbiamo prodotto due demo, molto sperimentali anch’essi, ed entrambi in tiratura limitatissima [sole 23 copie]. La prima vera uscita XP8, del Gennaio 2003, è l’album “Forgive”, auto-prodotto e distribuito online con l’aiuto dell’ormai defunto sito mp3.com, e che successivamente verrà ristampato e distribuito attraverso i canali classici dall’etichetta polacca Black Flames Records nel Maggio 2004: arricchito da due nuove canzoni, l’album riceve buone recensioni anche se a livello di produzione è ancora molto, molto acerbo. Seguirà ancora su Black Flames un EP dal titolo “RE:Productions”, contenente nuove versioni dei due brani “Das Licht” e “Wet Dream” e vari remixes. Siamo nell’Ottobre 2004, e nel frattempo abbiamo preso parte anche a molte compilations, la cui lista completa e aggiornata la potete trovare nella sezione “discography” del nostro sito www.xp8.org . Decidiamo di prenderci un momento di pausa per fare il punto della situazione e capire quale direzione vogliamo seguire nelle nostre composizioni: non sentiamo più totalmente nostra quella matrice wave e synthpop che si può ascoltare nel primo album, e decidiamo quindi di spostarci su territori più aggressivi e dance-oriented, senza però saltare sul carrozzone dell’harsh ebm che iniziava a spopolare. Ci viene data l’occasione perfetta per sperimentare ancora una volta dall’americana Synthphony Records, che nell’Aprile 2005 ci “assolda” per il quarto volume della sua serie “Synthphony REMIXed!” , e ci consegna ben dodici brani degli artisti più disparati, conosciuti e meno conosciuti, su cui sfogare tutto il nostro impeto creativo: il risultato è decisamente valido a mio avviso, e fino ad oggi quello è anche la compilation che più ha venduto della serie… un buon risultato, ma ancora lontano da quello che ci prefiggevamo. Iniziamo quindi i lavori sul nostro secondo album, e decidiamo di affidarne la produzione a Sebastian Komor, nostro amico da tempo e mente dietro progetti molto conosciuti come Icon Of Coil, Moonitor, Bruderschaft [e più recentemente, Zombie Girl], e finalmente troviamo la nostra dimensione perfetta: il risultato, uscito nel Settembre 2005, è “HRS:MIN:SEC”, l’album che ci ha permesso di raggiungere il 3° posto nella Deutsche Alternative Chart, dietro a mostri sacri come Depeche Mode e Rammstein, e che ci ha fornito il biglietto per l’Europa: siamo stati infatti in tour in Olanda, Inghilterra, Germania e Austria, e a Giugno prossimo torneremo in Germania per il Wave Gotik Treffen. Con Sebastian inoltre abbiamo ulteriormente collaborato a “Muscle And Hate”, considerato unanimamente il miglior tributo alla seminale band ebm Nitzer Ebb mai uscito.

Credi sia meritevole e corretto parlare di ‘elettronica’ in Italia ? Oppure le poche band di rilievo non sono altro che appendici di una scena mitteleuropea ?
Elettronica è un termine veramente troppo vasto… è come dire Rock dopotutto. E non bisogna dimenticarsi che l’Italia è conosciuta eccome, nel mondo, per produttori elettronici, fra cui Gigi D’agostino e Benny Benassi, ma chiaramente lì andiamo a sconfinare in generi che si configurano come troppo mainstream rispetto a quello che facciamo noi. Esiste quindi un scena industrial-ebm in Italia? Sicuramente negli ultimi anni qualcosa di serio ha iniziato a smuoversi, e lo dimostriamo non solo noi ma anche validi colleghi come Blank, Syrian, e realtà più recenti e magari acerbe ma sicuramente promettenti come Ballistic e Adam. Quello che manca all’Italia è una vera etichetta che possa spingere questi gruppi nello stesso modo in cui avviene in Germania ad esempio, e credo che fino a che qualcuno non deciderà di iniziare ad investire seriamente soldi e tempo in questo, tutti noi rimarremo, come dicevi tu, appendici di una scena mitteleuropea più grande, più solida e soprattutto più ricca e meglio distribuita. Nella vostra biografia parlate di tre uomini che stanno continuando la propria espiazione. E’ semplicemente qualcosa di evocativo oppure sta a significare che il vostro progetto ha avuto un inizio e avra’ una fine predefinita ?
Comporre musica per esorcizzare i nostri demoni interiori sarà sempre il primo motore dell’esperienza XP8: molto probabilmente, se ci renderemo conto di essere riusciti nell’impresa di averli sconfitti tutti, cambieremo monicker e inizieremo a trattare di altri argomenti. Quindi potrei dirti che si, ha avuto un’inizio e avrà quindi una fine, ma quando questa fine sarà raggiunta non mi è noto: anche perché, credo sia una delle domande fondamentali dell’essere umano… quando smetterò di avere insicurezze, paure, quando smetterò di soffrire?

Quanto labile pensi che sia il margine che separa techno e EBM. Trovi che condividere obiettivi e finalità evolutive oppure cercare punti di contatto possa essere la strada giusta da seguire ?
Penso sia decisamente utile cercare sintesi piuttosto che erigere nuovi muri, che non fanno altro che limitare l’evoluzione. Basti guardare a quanto ristagna la scena EBM attuale, specialmente in Germania, dove non si è fatto altro che prendere un suono, come quello inventato da Suicide Commando nel 2000 con l’album “Mindstrip” o dagli Hocico, e cercare di clonarlo e copiarlo a non finire, solo perché vende. Ora abbiamo decine e decine di bands che suonano tutte uguali, e che hanno alla fine annoiato tutti. Ben vengano quindi le condivisioni di obiettivi, ben vengano i punti di contatto, cercando però sempre di mantenere una linea alternativa che non faccia diventare l’EBM musica da Ibiza… per quanto, al finire degli anni 80, le hits dei Nitzer Ebb venivano suonate nei club dell’isola delle Baleari…

E’ passato un anno da ‘HRS:MIN:SEC’ cosa cambieresti e cosa invece ritieni sia assolutamente perfetto ?
In tutta onestà, trovo che “HRS:MIN:SEC” sia un album perfetto dalla prima all’ultima traccia. Sicuramente questa può sembrare un’uscita presuntuosa, ma posso assicurarti che abbiamo veramente ottenuto il suono e il feel che volevamo da quell’album. Siamo stati talvolta accusati di suonare come una versione più moderna degli Icon Of Coil, ma di nuovo, era anche questo nelle nostre intenzioni: altrimenti, di certo non avremmo affidato la produzione del disco a Sebastian. Ovviamente però, è stata un’esperienza compositiva che ci ha soddisfatto ma che non verrà ripetuta pedissequamente identica a se stessa anche nelle nostre future releases: il nostro suono è in costante evoluzione.

Quali sono state a tuo avviso le uscite più interessanti degli ultimi mesi. Quelle più innovative invece ?
Fra le più interessanti citerei senza dubbio Faderhead, fautore di un interessante mix fra futurepop ed electropunk, decisamente una ventata d’aria fresca. Ottimo anche il disco degli Headscan, freddo e tagliente, perfetta colonna sonora ad un romanzo di William Gibson. Un costante innovatore del suono industrial dance è poi sicuramente Mika di This Morn’Omina, che con “Le Passages Jemeaux” ci ha regalato un’altra chicca imperdibile: un disco perfetto sia per i dancefloors alternativi che per l’ascolto casalingo. Nei prossimi mesi, mi aspetto grandi cose dal nuovo disco dei Blank, veramente una realtà tutta italiana da tenere sott’occhio.

In che direzione si sta muovendo la vostra musica e cosa dobbiamo attenderci dal futuro ? Cosa ci riserverà la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo ?
Siamo attualmente in studio a registrare i nuovi brani per due prossime releases: la prima, intitolata “Frames”, sarà un Maxi EP su Infacted Recordings, mentre la seconda, “Fourplay”, sarà una compilation-split [4 brani per altrettante bands] su Nilaihah Records. Le nuove canzoni sono molto meno melodiche dei brani su “HRS:MIN:SEC”, con un feel più technoide e noise. Fra i remixers chiamati a re-inventare brani del disco invece, nomi come Implant, Mindless Faith, Reaper, Angels & Agony, Unter Null, Grendel, Tamtrum, Plastic Noise Experience, Dope Stars Inc., Diskonnekted, Mortiis e altri ancora. Ancora non abbiamo deciso con le labels una data di uscita definita, ma credo che entrambi saranno fuori fra l’estate e l’inizio dell’autunno. I lavori per il terzo album inizieranno invece non prima dei primi mesi del 2007. Per finire, sempre su Synthphony Records uscirà nei prossimi mesi “Always On Our Minds”, un tributo ai Pet Shop Boys a cui abbiamo partecipato con una versione iper-adrenalinica di “It’s A Sin”.

Avete altre collaborazioni in vista ?
Si ma non ne posso parlare dettagliatamente, visto che il tutto è ancora in altissimo mare. Posso dirti però che si tratterà di un progetto che vedrà coinvolte molte bands della scena, un po’ come in Bruderschaft, la all-star-band che è peraltro al lavoro proprio in questi giorni alla sua seconda uscita discografica, alla quale parteciperemo anche noi in veste di remixers.

Accompagnerai Erica Dunham nel suo tour europeo. La cosa avra’ un seguito ?
Doveva rimanere un “segreto” per qualche tempo ancora, ma credo si possa cominciare a diffondere la notizia dopotutto… dopo il tour europeo seguirò Erica in studio per la produzione del secondo disco di Unter Null, a cui collaboro ormai attivamente a tutti gli effetti. Sono sinceramente molto emozionato a riguardo, perché non c’è dubbio che Erica è stata l’unica a portare una ventata d’aria fresca nel panorama industrial, troppo pieno – come dicevo prima – di cloni senz’anima e spesso senza alcuna idea. Lavorare con lei sarà anche un ottimo banco di prova, perché mi troverò a tutti gli effetti in un campo a me del tutto nuovo.

Che tipo di programmi usate per comporre ? Avete strumentazioni particolari dal vivo ?
Reason e Ableton Live sono da sempre stati i programmi principe con cui produciamo le nostre canzoni, che poi vengono mixate e post-prodotte in Pro Tools, con l’ausilio di un’outboard comprendente vari compressori ed equalizzatori, e una vasta collezione di synth hardware, fra cui l’Access Virus Indigo e il Novation KS4, decisamente le due macchine che prediligo. Dal vivo ci affidiamo di nuovo ad Ableton Live, che facciamo girare su un iBook collegato a vari effetti esterni per la voce. La lista completa di tutte queste diavolerie tecnologiche la trovate ancora una volta sul nostro sito!

Quali sono le maggiori influenze non strettamente musicali della tua esistenza ?
Ho passato gran parte della mia vita a leggere. Adoro perdermi fra le pagine di un libro. Quindi sicuramente alcune delle maggiori influenze nella mia vita vengono da quell’ambito, e posso citare autori come Bret Easton Ellis, noto soprattutto per “American Psycho” ma che io ho preferito molto più in “Meno Di Zero” e “Acqua Dal Sole”, Jorge Luis Borges, Alejandro Jodorosky [questo anche uno dei miei registi preferiti], l’italiano Alessandro Baricco, e i “fumettari”, ma non per questo da considerare meno importanti, Alan Moore [“V For Vendetta”, “Watchmen”] e Grant Morrison [“The Invisibles”]. Oltre alla musica poi, la mia grande passione è sempre stata la ricerca spirituale ed esoterica, ambito che peraltro inseriamo in modo molto sottile nelle nostre composizioni, nei temi trattati, o semplicemente a livello grafico nei nostri artworks: sicuramente da citare sono Aleister Crowley, Austin Osman Spare, Micheal Bertiaux e Kenneth Grant, e Orryelle Defenestrate-Bascule del Mutation Parlour Theatre, un’esperimento artistico olistico totalmente coinvolgente. Vi consiglio di dare un’occhiata al suo sito, che potete trovare qui: www.crossroads.wild.net.au
XP8
From Italia

Discography
Forgive[n] (2004)
Re_Productions (2004)
Hrs:Min:Sec (2005)
The Art Of Revenge(2008)
Drop The Mask (2010)
X - A Decade Of Decadence (2011)
Adrenochrome (2013)