Un disco assolutamente ineccepibile dal punto di vista formale e tecnico. Quel tipo di disco, retrogrado e conservativo in tutto e per tutto, che piace tanto ai vecchi fan e non si preoccupa affatto di abbattere nuove frontiere della musica o mettere alla prova i propri ascoltatori. Nel bene o nel male, questo è ‘The Rise Of Chaos’, dieci canzoni che non si distaccano da quelle di ‘Stalingrad’, accolto in maniera trionfale dalla scena heavy metal internazionale, e ‘Blind Rage’, meno fortunato ma comunque ottimamente recensito, e celebrano la storia della band, con e senza Udo Dirkschneider. Il suo sostituto Mark Tornillo affianca al meglio l’istrionico chitarrista Wolf Hoffmann e momenti epici come ‘Die By The Sword’, ‘Hole In The Head’, ‘Analog Man’ e ancora ‘Carry The Weight’ e ‘Race To Extinction’, danno la misura della forza degli Accept a quasi quarant’anni dal debutto. Gli apici coincidono con la potente title track, potenziale classico per il futuro, e ‘No Regrets’, che mette in luce l’affiatamento tra il leader e Uwe Lulis, arrivato da poco assieme al batterista Christopher Williams. oltre ad un background di influenze da fare invidia a Grave Digger, Rage, Helloween e Manowar.