Per la subdola creatura nata dalle ceneri dei Beastmilk è arrivato il momento di dominare il mondo. Finalmente, verrebbe da aggiungere, dopo qualche difficoltà di troppo incontrata a seguito della pubblicazione di ‘Dreamcrash’. Il salto dalla Svart alla Columbia non è stato semplice, la distanza tra i membri ha complicato le cose ma, persa per strada Linnea Olsson, la band ha saputo compattarsi attorno al leader Mat “Kvhost” McNerney – protagonista anche con Hexvessel e Code – per compensare lo scarso supporto ottenuto dalla major. Il conseguente passaggio alla Century Media non ha comportato ulteriori sbalzi e al contrario ha regalato certezze ad una line-up che ha potuto concentrarsi sul songwriting e regalarci un gioiello di post punk moderno. In un periodo storico nel quale gruppi come Fvnerals, Kontinuum, Cold In Berlin, Ra, O’Children, Soviet Soviet, Vanity, Cold Cave e la lista potrebbe continuare, omaggiano a loro modo i vari Joy Division, Bauhaus e New Order, i Grave Pleasures sembrano stringere le redini del comando. In una scaletta priva di filler spiccano retaggi pop del migliore David Bowie completano un quadro di influenze esaltato nei colori e nella tecnica pittorica da Jaime Gomez Arellano, produttore apprezzato a servizio di Ghost e Ulver. Il death rock ossessivo e apocalittico dei finlandesi risulta quanto più trasgressivo, irriverente e shockante possa esserci attualmente sul mercato. Con il passare degli anni, il cantato si è fatto sempre più lesivo per la materia cerebrale e tracce come ‘Infatuation Overkill’ e ‘Be My Hiroshima’ hanno il potere di fissarsi in testa dopo pochi istanti. Rainer Tuomikanto, ex Shining e Ajattara, si rivela un portento dietro alle pelli e le percussioni sono un punto di forza assoluto dell’album. Da brividi anche ‘Joy Through Death’ e ‘Atomic Christ’.