I norvegesi ci ricordano che il tempo è scaduto. La Terra, o meglio la Natura con la maiuscola, si sta riprendendo quello che Le è stato tolto e la loro musica, da ormai diversi anni, è inevitabilmente condizionata da questo aspetto drammatico, se non apocalittico. Nel loro ennesimo masterpiece, gli autori di ‘Frost’ e ‘Eld’ (concettualmente molto vicino a ‘E’ sebbene lontano dal punto di vista sonoro) hanno incluso spunti prog (‘Axis Of The Worlds’ riporta alla mente i King Crimson) e black di grande efficacia, stacchi ritmici elaborati che dal vivo saranno devastanti, parti ambient e addirittura il sax di Kjetil Møster, che taglia a metà la decadente ‘Hiindsiight’. Il successore di ‘RIITIIR’ e ‘In Times’ contiene sei tracce, tra le quali solamente la meravigliosa ‘The River’s Mouth’ di durata inferiore ai sette minuti, che si spingono in una direzione ancora più heavy e presentano l’ultimo arrivato in line-up ovvero il tastierista-cantante Håkon Vinje. Così facendo arricchiscono la propria avvincente discografia con un altro capitolo di viking metal, ligio alle origini ma anche pieno di spunti prog e black interessanti. Inutile attendersi un singolo o qualche concessione commerciale perché Grutle Kjellson e compagni non si piegheranno mai a nulla del genere. Continuano a vedere la loro musica come un monolite unico, solidissimo e inattaccabile, un’avventura nei meandri della foresta più nera alla ricerca del proprio io e della definitiva ricongiunzione con la Natura.