Innamorato perdutamente di ‘Brasilia’, ho avuto modo di assistere alla performance dei fiorentini di spalla ai Franz Ferdinand e in tale occasione ho compreso tutto il loro valore. Anzi, a dirla tutta, mi è arrivato addosso tutto assieme, all’improvviso, di schianto, senza preavviso. Inizialmente Giorgia Rossi Monti e Filippo Santini avevano dato vita ad un progetto chitarra e voce acustico poi è arrivato l’incontro con Samuele Cangi, produttore attivo con Unepassante e Nothing For Breakfast, ed i loro ambiziosi arrangiamenti si sono spostati su territori alt rock e pop con una massiccia componente elettronica. La base dei dieci pezzi che compongono ‘Divorami’, supervisionato artisticamente da Andrea Marmorini, è immediata e commerciale tanto che ognuno di essi potrebbe essere tranquillamente scelto come singolo ma il tessuto strumentale è arricchito con un pizzico di follia, tanta personalità, sintetizzatori analogici ed influenze new wave, post rock e r&b che rendono l’impatto generale devastante. Qualcuno ha affermato che la grande musica deve essere in grado di emozionare sia a basso che ad alto volume e nello specifico vi assicuro che rischierete di compromettere il funzionamento della manopola del vostro amplificatore tant’è letale l’impianto melodico. A volte vi sarà capitato di sentire le vostre ragazze parlare di leggerezza, desiderare un rapporto più semplice da gestire oppure chiedere del tempo per costruire qualcosa di memorabile. È lo stesso con i Manitoba, rivelazione assoluta già sul precipizio della consacrazione nazionale; le doti vocali di Giorgia sono indiscutibili e la sua presenza “fisica” sul palco da capogiro. Spetta a ‘Dio Nei Miei Jeans’ e ‘Stai Su’ il compito di introdurre chi si pone all’ascolto in un universo di suoni celestiali eppure concreti, sguardi che scavano nel profondo e labbra che chiedono di “andare fuori” o “tornare a casa’. Attorno alla cantante ruota Filippo, in passato nei Cento, chiamato a cucire i ritornelli, definire i contorni e trasmettere ulteriori vibrazioni live. Da una parte ‘Hollywood Pompei’, così iconoclasta e lussuriosa, dall’altra ‘In Questo Freddo’ e ‘Glaciale’ che sembrano composte per descrivere paesaggi nordici, ambientazioni sognate per una vita e solo in apparenza irraggiungibili. Vale la pena chiudere con una citazione: ‘Divorami’, come fa il tempo con molte cose. Il tempo che si porta via tanto, ma non tutto, e probabilmente lascia le cose più importanti. Brama di successo, fame di musica. Difficile essere sazi di fronte ad un talento così spropositato.