I cambi di line-up e gli sbalzi d’umore di Rob McCracken non sembrano condizionare la qualità del materiale degli autori di ‘In Love And Death’ che assieme a Ross Robinson, aggiungere Korn e Slipknot è ormai superfluo, hanno confezionato un’opera teatrale in tre atti per quasi ottanta minuti di grande musica. Il concept è legato al suicidio di un amico del frontman e la narrazione accompagna fino a ‘The Mouth Of The Canyon’ che ha segnato la sua fine. In ‘Canyon’ c’è un po' di tutto, il post-hardcore e lo screamo degli esordi, il nu metal che in tanti dileggiano ma che muove ancora più culi di quanto si possa credere e le tendenze pop degli ultimi album (‘The Ocean Of The Sky’ e ‘Imaginary Enemy’). ‘For You’ stupisce fin dall’inizio mentre ‘Broken Windows’ e ‘Rise Up Lights’, pezzo in cui le doti del produttore losangelino emergono lampanti, riportano in territori abituali. Nell’album spiccano i violini di Charlene Huang e Nicole Garcia, la viola di Hiro Goto e il violoncelli di April Guthrie a dimostrazione di una profonda ricerca a livello di arrangiamenti con ‘Moon-Dream’ manifesto di una nuova forma di espressività. In fondo i The Used possono permettersi di tutto, con un cantante del genere e così tante idee, possono passare tranquillamente da stacchi punk aggressivi e passaggi melodici commerciali. Superbe le prove di Justin Shekoski, che però ha già mollato la band, e Dan Whitesides.