A dispetto del titolo, la quarta fatica su lunga distanza della band ferrarese - opera sulla dualità della persona, la non separazione, l'eterna lotta interiore fra uomo e donna - ha avuto una lunga gestazione e si distacca in maniera notevole dal precedente ‘La Morte Del Sole’. Al di là dei cambi di line-up, adesso al basso troviamo Alessandro Graziadei e da poco il nuovo chitarrista è Stefano Selvatici, il suono dei Devocka si è fatto più duro e articolato, in bilico tra post punk, noise e post hardcore (‘Nel Vortice’) con tante sfumature in più e sintetizzatori in quantità. Una copertina stupenda e influenze che vanno da Jesus Lizard a Joy Division, da Santo Niente a CSI (‘Lezione A Memoria’), per undici “meccanismi”, prodotti da Fed Nance, che esulano da quasi tutto quello che propone la cosiddetta scena indie italiana e si impongono per efficacia e profondità. Chissà se pezzi come ‘Bestemmia’, ‘Maledetto’ o ‘Un Bacio Cieco E Interminabile’, tradotti in inglese, otterrebbero un successo maggiore in mercati più consistenti. La riprova non c’è ma di sicuro i Devocka sono maturati, già spaccavano e adesso non si pongono più limiti. La loro è una ‘Storia Senza Nome’ che ‘Siamo Già Finiti’, scelto come singolo, potrebbe determinare in una direzione o nell’altra.