Non era semplice confermare quanto di buono espresso con ‘Sirens’ ma soprattutto non era semplice distinguersi in misura ancora superiore in una concorrenza tanto ardua e confusa come quella attuale. L’artista di origine italiane ci è riuscita alla grande, mantenendo elevato il profilo commerciale ma evitando di scendere a compromessi e selezionando nel migliore dei modi il proprio materiale. Il suo secondo lavoro è stato prodotto e mixato assieme a Christian Bethge (The Tidal Sleep) e rivendica un’autorità compositiva disarmante in un contesto come quello pop che raramente concede troppo alla creatività. Invece, col passare degli anni, l’estro della ragazza viene fuori al pari della sua bellezza stratosferica e di una voce che non sembra possedere limiti. L’impatto con ‘Grace’ è fortissimo, il timbro della tedesca è immediatamente riconoscibile ed il suo approccio delicato e suadente non può che scatenare un’esplosione ormonale. ‘Cellophane Skin’ e ‘Nightride’ sono quasi post punk e ciò conferma come il songwriting si sia evoluto in una direzione dark con elementi presi in prestito dal movimento indie e influenze che vanno da PJ Harvey a Mazzy Star, passando per i successi di Lana Del Rey e le colonne sonore di ‘True Blood’ e ‘True Detective’. ‘Empty Sea’ non presenta un solo apice ma risulta perfetto in ciascuno dei suoi componenti; la title track e ‘Old Leaves Shiver’ sono legati al passato mentre ‘Crisis’ e ‘Whos Gonna Safe You’ aprono le porte ad un futuro ricco di soddisfazioni. Cosa dire poi di ‘Tangerine Tree’ e ‘Lullaby’ che hanno anticipato in rete l’album regalandoci un mare di emozioni promiscue e tanta carnalità. Da gustarsi come una profonda immersione in acque appena fresche.