A voler parlare bene sempre dei soliti artisti si finisce per apparire scontati e noiosi, ma di fronte ad opere del genere è letteralmente impossibile fare finta di nulla. Il leader dei Porcupine Tree, di recente impegnato anche nel mixaggio della versione restaurata di ‘Live at Pompeii’ dei Pink Floyd, torna in veste solista con due solenni composizioni, entrambe sui venti minuti di durata, che sfidano gli appassionati di musica prog sul loro terreno di battaglia preferito. L’idea dell’album è nata da una traccia strumentale che per un motivo o l’altro non era finita in ‘The Harmony Codex’ e solo David Bowie con ‘Space Oddity’ aveva saputo tradurre in musica così bene la sensazione di fluttuare nello spazio, nella sua sublime drammaticità. La prima traccia, da cui si evince un amore smisurato per la storia dei Pink Floyd (non solo i capolavori che tutti conoscono ma pure le release meno celebrate e più oscure), narra della partenza dalla Terra. Inizia tutto da un incontro con un alieno che ci ricorda come negli ultimi decenni gli esseri umani siano stati impegnati a fissare gli schermi dei propri cellulari e visualizzare robe insulse smarrendo la curiosità nei confronti dello spazio infinito e della possibilità dell’esistenza di nuove razze. La seconda traccia invece è ambientata nella profondità dello spazio, nell’immensità dell’ignoto con richiami a 2001: Odissea nello Spazio, e si chiude con un senso di prospettiva differente del pianeta in cui viviamo e della parte del cosmo che conosciamo. In tal senso, la prima parte dell’album è più umana mentre la seconda più scientifica e la fine, come prevedibile, ambigua. Chi conosce a fondo l’opera solista di Wilson e di conseguenza progetti come Bass Communion o dischi capaci di fondere le invettive post-progressive col jazz (‘The Raven That Refused To Sing’) o l’elettronica (‘Hand Cannot Erase’) non rimarrà deluso. Anzi, sarà travolto da un tessuto strumentale che va bene oltre quello di una colonna sonora. Si passa da stranianti voci femminili ad arrangiamenti in cui la tecnica appare sbalorditiva e ancora ad altri frangenti in cui le melodie si fanno appena delineate, quasi minimali, e la musica ambient fa da contorno ad un’atmosfera carica di tensione. ‘The Overview’ è accompagnato da un film realizzato da Miles Skarin ed è stato registrato con la collaborazione del batterista Craig Blundell, del tastierista Adam Holzman e Andy Partridge degli XTC, che ha scritto delle parti della storia di ‘Objects Outlive Us’. Un capolavoro assoluto che segnerà gli standard del genere per gli anni a venire.