Uno dei motivi per cui Pistoia Blues è uno degli appuntamenti musicali più importanti a livello nazionale è il legame che il festival ha saputo creare con la sua gente. Non a caso gli organizzatori stanno cercando di accendere nuovo entusiasmo attorno agli eventi collaterali, alle jam disseminate per il centro città ed al mercatino che ha sempre attratto visitatori al di là della passione per la musica. Ultimamente un’attestazione di forza è provenuta dalla compilation in questione, giunta al quarto volume, che rappresenta sul serio il meglio della scena rock blues italiana e viene promossa dalla Vrec che di recente ha vinto il premio come migliore etichetta italiana. Ogni capitolo risulta più intrigante dell’altro, ogni anno la qualità delle canzoni e delle formazioni inserite in scaletta cresce in maniera costante tanto da rendere “Pistoia Blues Next Generation” un album vero e proprio, colorato, pieno di anima e talento. Si parte alla grande con ‘Spaghetti Blues’ che apre anche ‘50/50’, l’ultimo lavoro in studio di Fabio Mora e Fabio “Bronski” Ferraboschi. Il loro è un blues ruvido e nero come la pece, ricco di retaggi folk, tanta polvere ed un cantato che non annoia mai. Nella prima parte spiccano anche ‘A Cena Con La Vita’ di Arianna Antinori, ormai di casa a Pistoia, ‘Carry On’ dei The Cabin Fevers (da poco usciti nei negozi con ‘Roll On Down’), ‘I Feel Better Than You’ di JM e ‘A Girl Named Hope Courtesy’ dei Predarubia (che apriranno lo show dell’ex Genesis Steve Hackett). A quel punto il cd sembra quasi incantarsi nel lettore e tocca a due tracce strepitose che introducono una seconda parte eccellente e non priva di sorprese. Queste due tracce sono ‘Un Punto Di Sutura’ dei Casablanca, dal bellissimo ‘Pace, Violenza O Costume’, e ‘Cut Wire’, forse l’apice dell’omonimo debutto dei The Last Drop Of Blood. Semplicemente devastanti. Da lì in poi ci si imbatte nelle ottime ‘Golden Trigger’ (Electric Ballroom) e ‘I’ve Killed My Power Animal’ (i Virginia Waters trascinati dalla classe pura di Maria Teresa Tanzilli) mentre nella versione digitale troverete anche il brit rock dei The Bankrobber di ‘Afraid’ e le ‘Sei Gocce Di Veleno’ degli Zizzania, prodotti da Fabrizio Simoncioni. Se questa è la nuova generazione di band italiane allora non possiamo che aspettarci un grande futuro.