È veramente un periodo florido per chi ama il death metal e non solo perché i Revocation sono appena tornati nei negozi col monumentale ‘The Outer Ones’. Molte etichette si stanno rivolgendo a quegli anni gloriosi in cui i Morrisound Recording Studios di Tampa furono responsabili dell’esplosione del genere. In molti casi si parla di revival fine a sé stesso ma ultimamente le uscite sembrano più dettate da vera passione e questo è il caso anche della formazione originaria di Philadelphia che nel tempo ha evoluto il proprio sound verso coordinate progressive death. ‘Idol’ è un album che presenta una costruzione delle parti vocali davvero notevole, arrangiamenti elaborati e influenze scandinave che rendono più vario l’ascolto. La coesione tra i membri rappresenta uno dei punti di forza ed i progressi rispetto a ‘Ecdysis’ e ‘Anareta’ sono soprattutto in termini di accessibilità. ‘Idol’ è infatti un disco violento e intrigante, dotato dal punto di vista tecnica ma allo stesso tempo scevro di virtuosismi senza senso. Matt e Jamie Knox, il primo cantante-chitarrista anche nei Crypt Sermon ed il secondo drummer, sono delle furie e pezzi come ‘Soothsayer’ e ‘Devotion (Blood For Ink)’ dei must assoluti.