Tim Kasher ha avuto bisogno di sei anni per tornare sul mercato dopo un lavoro in studio controverso come ‘I Am Gemini’ che ha confermato la crisi commerciale del genere. Assieme a Mike Mogis dei Bright Eyes ha tentato l’ennesima svolta, in silenzio e senza alcun proclama, ponendo in primo piano le liriche ed allontanandosi in parte dall’indie rock a tinte emo che lo ha visto protagonista nel periodo successivo a ‘Domestica’ e ‘The Ugly Organ’. Il ritorno di Clint Schnase dietro le pelli e la presenza del violoncello di Megan Siebe sono le novità principali in formazione ed in scaletta troviamo riflessioni sul passato (‘Pick Up The Pieces’), previsioni nefaste (‘It’s Gonna Hurt’) e cesellature epiche (‘Noble Soldier/Dystopian Lament’). Molto belle ‘Under The Rainbow’ e ‘Everending’ e merita segnalazione anche l’interludio strumentale di Patrick Newbery (‘Remorse’) anche se qualcuno rimpiangerà l’urgenza punk di un tempo. Non sempre è facile accettare il fatto che i trend passano e gli artisti maturano e cambiano i propri gusti.