Una bomba assurda questo secondo lavoro in studio dei danesi che propongono un ibrido tra metal e hardcore ispirato ai vecchi valori ed illuminato dalla collaborazione con Andrew Neufeld dei Comeback Kid e dalla produzione di Jacob Bredahl. L’ex Hatesphere, di recente a servizio anche di Grusom e Livløs, ha donato alle chitarre un suono thrash fine anni ‘80 – impossibile non pensare a ‘Reign In Blood’ e ‘South Of Heaven’ degli Slayer in certi momenti) mentre basso, batteria e voce sembrano provenire dalle prime release di Hatebreed e Converge. Dopo un passaggio alla Southern Lord, per il debutto ‘6 0 1’ che riportava alla mente altre entità malsane quali Nails e Power Trip, i Lifesick hanno siglato un contratto discografico con Isolation Records, etichetta berlinese che può vantare nel proprio catalogo pure Imprisoned e City Keys, e si sono mossi nella direzione di una maggiore professionalità. Una cura spasmodica dei dettagli che ha reso la loro musica ancora più cinica e perversa. Una nuova versione dei Lifesick tanto che la traccia iniziale, chiamata a definire l’atmosfera assieme alla successiva ‘Buying Time’, si intitola ‘Lifesick 2.0’. ‘Ignorance’ e ‘Unholy’ sono esemplari perfetti di dolore in musica, depressione, crollo personale e distacco da tutto il resto del mondo ma il consiglio è quello di cercare in rete il video di ‘Torment Of Life’ - che vede la partecipazione di Andrew Dury dei Baptists - perché descrive al meglio la sofferenza, la disperazione, il senso di abbandono ed appunto il tormento che si provano ascoltando la musica dei Lifesick. Un mix tra Born From Pain, Coldburn, Black Flag (per la storia) e Halshug (per chi conosce un po' di punk danese) dal quale farete fatica a fuggire. Strepitosa la performance vocale di Simon Shoshan ma il guitar work di Nikolai Lund e Nicolai Lindegaard è quanto di meglio si sia sentito in circolazione negli ultimi mesi e la sezione ritmica è ossessiva quanto basta per mettere paura dopo pochi istanti. ‘Suicide Spell’ e ‘Serpent King’ si distinguono nella seconda parte di album e quando ‘A Million Steps Ahead’ sfuma nel silenzio, l’impressione è quella di essere dei sopravvissuti.