Il fatto che ‘Remove The Control’ esca quasi in coincidenza con ‘Headbanging Forever’ degli Extrema accresce la nostalgia per quegli anni gloriosi, tra la fine dei ‘90 e l’inizio del nuovo millennio, in cui il movimento italiano poteva vantare dei nomi veramente importanti, in grado di competere con le icone estere e di motivare i giornalisti a parlare di una scena. Nel frattempo il mercato si è dissolto, l’industria è cambiata profondamente e con essa anche le tecniche di registrazione che si sono evolute rendendo le produzioni di plastica e tutte uguali tra loro. Questi sono alcune delle regioni per le quali Browbeat, all’indomani della registrazione di ‘Eve Of Darkness’, decisero di sciogliersi. Il chitarrista Luca Cocconi proseguì la propria carriera con i Modern Age Slavery mentre il frontman M.V. tornò sulle scene più tardi coi Keep The Promise. Adesso ‘Remove The Control’ recupera il groove assassino di ‘No Salvation’ e ‘Audioviolence’, prodotto da Dave Chang (earthone9, Linea 77), e lo riveste di moderno e vincente. Chi ama i primi Machine Head (‘The Suffocated Rights’) e l’hardcore metallizzato di Biohazard, Hatebreed e Lionheart impazzirà al cospetto di una manciata di tracce corrosive e dilanianti. ‘The Labor Blackmail’ e ‘When The Prophet Kills’ illuminano l’inizio dell’album, presentano il nuovo bassista Dimitri Corradini, anche nei Distruzione, e ci fanno riassaporare la tecnica di Cocconi. ‘Underpaid’ è al limite del thrash, ‘A Personal War’ vi costringerà a recuperare i primi album e qualche numero di Psycho! per conoscere tutti i dettagli della loro prima era e ‘Remove The Control... Till Death!’ lascia calare il sipario non prima di un tripudio fiero e potente. Solo applausi per una delle formazioni più significative del nostro underground estremo che ha siglato un accordo con Indelirium Records (Strange Fear, Straight To Opposition, Coffeeshower) a conferma di un’attitudine inattaccabile.