Il terzo lavoro in studio degli svedesi non delude le attese e conferma la bravura di questi ragazzi che fin dall’inizio della loro avventura hanno cercato di distinguersi in un panorama oberato di uscite tutte uguali tra loro. Sinceramente l’urgenza non è quella di ‘This Is Goodbye’, che a livello lirico possedeva una marcia in più, ma allo stesso tempo la band non aveva mai potuto contare su pezzi come ‘Paralyzed’, ‘Saturated Soul’ e ‘Lighthouse’, non a caso pubblicati come singoli, capaci di bilanciare l’aggressività della sezione ritmica e delle chitarre con parti vocali così pop da poterci fare dei remix dance. Eddie Berg, membro fondatore assieme al chitarrista Harald Barrett, è progredito ulteriormente ed il suo violino arricchisce gli arrangiamenti, Christian Svedin ha regalato un suono poderoso alla batteria ed il mixaggio di Henrik Udd (Architects, Bring Me The Horizon) è in linea con le migliori uscite provenienti dal mercato statunitense e da quello australiano. ‘Room To Breathe’ e ‘Infectious’ sono altri due apici di una scaletta che non scade mai nella noia e che al contrario accende la curiosità nei confronti di quattro musicisti, giovani, belli e preparati, in grado di fare innamorare le adolescenti ma anche spaccare tutto dal vivo. Una crescita continua che potrebbe portarli lontano.