Non c’è niente di meglio di un po' di sano death metal per rifiatare in un periodo in cui depressione e stati emotivi negativi possono avere la meglio. Quando la copia di ‘Shadow Of Life’ è arrivata in redazione, ho messo subito su il dischetto e non potevo credere alle mie orecchie. Gli Umbra Vitae sono la nuova band di Jacob Bannon, che di recente hanno diffuso una versione alternativa di ‘Aimless Arrow’ stupendo ancora una volta per eclettismo, e fin dalla loro prima registrazione si mostrano capaci di riscrivere le regole del genere. Assieme allo scatenato frontman, attivo pure come Wear Your Wounds, troviamo un chitarrista del calibro di Sean Martin, ex-Hatebreed adesso nei Twitching Tongues, eppure non basta. Il resto della line-up è infatti completato da membri dei The Red Chord. Alla batteria c’è Jon Rice, attualmente negli Uncle Acid And The Deadbeats ma in passato anche con Cephalic Carnage, Behemoth e Revocation; le spesse corde del basso sono movimentate da Greg Weekes dei Wormwood mentre l’altra ascia è Mike McKenzie, ex-Job For A Cowboy. Uno stillicidio di influenze e qualità tecniche che sarebbe sufficiente per consigliarvi ad acquistare una copia di ‘Shadow Of Life’. Chitarre chirurgiche, stacchi di batteria da capogiro, cantato apocalittico. Il fatto è che, dal primo all’ultimo istante, non avrete tregua. Il nome del progetto è un omaggio al poema di Georg Heym, che ricordo in una bellissima edizione di Einaudi dove si leggeva in copertina: “Con lunghi colli pendono le stelle, di fuoco sulle torri che vacillano, sferzando i tetti e la fiamma saltella come un fantasma per le vie sconvolte. Finestre sbattono e le mura antiche, senza denti, spalancano le porte. Nelle fauci precipitano i ponti. E fuori c’è, ad attendere, la Morte.” Capirete che oltre a ricevere una serie di mazzate atomiche, affatto mitigate dalla produzione ruvida di Kurt Ballou, la vostra mente comincerà a ragionare sui versi di uno dei più importanti poeti del primo espressionismo tedesco e sulla loro tremenda attualità. ‘Mantra of Madness’ e ‘Return To Zero’ sono i due brani scelti per promuovere la release ma è impossibile scegliere un episodio piuttosto che un altro. Ci troviamo infatti al cospetto di un disco stellare, putrido e marcio fino al midollo, destinato a cambiare le nostre giornate.