Il gruppo post-rock strumentale originario di Sydney ha deciso di immettere sul mercato tre EP (‘No Safe Place’, ‘Out Of Hours’ e ‘Not An Exit’) racchiusi in due edizioni limitate viniliche dalle splendide colorazioni trasparenti. Per fortuna la decisa riduzione della componente metal non è coincisa con un calo di ispirazione ed ecco che dal lockdown è nata una sorta di idea alla Record Store Day applicata alla situazione più brutta attraversata dall’industria musicale dal secolo scorso. ‘The Endings That We Write’, con i suoi undici minuti di divagazioni tra i classici del genere e la musica progressive, introduce un ascolto sorprendentemente coeso, visto che il materiale ha provenienze diverse, che offre notevoli spunti di interesse in attesa del successore di ‘Made Of Breath Only’. Il missaggio della trilogia è stato curato dal bassista Alex Wilson ed il risultato è in linea con le ultime due release ma in scaletta troverete sorprese come ‘Zelda’, con l’inserimento di parti vocali del chitarrista Otto Wicks-Green che potrebbe essere ripetuto in futuro, ‘Embraced’ e la title track, fulgido esempio di quanto si sia evoluto il loro sound dai tempi di ‘...And So We Destroyed Everything’.