Alcune band si sono date allo streaming, altre hanno rinforzato il loro merchandising ed altre ancora hanno cercato di pubblicare del materiale inedito interessante. Per alleviare il dolore e la generati dall'emergenza sanitaria, gli inglesi immettono sul mercato tre tracce, prodotte da Mark Mynett, che rappresentano una sorta di prosecuzione di quanto espresso con il magnifico 'The Ghost Of Orion', ancora non promosso dal vivo, senza però apparire come le tipiche b-side. Dopo le sessioni di registrazione più sofferenti in carriera, la sposa morente cerca uno squarcio di luce in fondo al tunnel, regalandoci una gemma da collezione. I dieci minuti della title track ci riportano ai tempi di 'The Angel And The Dark River' e 'Like Gods Of The Sun', per molti i capolavori della loro discografia, quando la competizione con Paradise Lost e Anathema stimolava a superarsi di album in album. È francamente impossibile non lasciarsi travolgere dal rito funebre che accompagna la canzone ed il basso di Lena Abé è in grande evidenza. 'A Secret Kiss', quando l’anima si estingue e si libera verso l’eternità, e 'A Purse Of Gold And Stars', il luogo irraggiungibile in cui riponiamo le nostre speranze, ricordano invece le atmosfere tetre di 'A Dreadful Hours' ma nel complesso lo spettacolo gotico e decadente, inscenato attorno alla voce cavernosa di Aaron Stainthorpe ed al riffing micidiale di Andrew Craighan, non teme alcun paragone ed è bello vedere quanto il death doom possa essere ancora seducente.