Chi conosce questa band sa bene che non è possibile parlare di vera e propria evoluzione, perché sin dall’esordio ‘The Middle’ i lombardi hanno dimostrato di essere ambiziosi e pure il successivo ‘Great Olden Dynasty’ aveva confermato che questa realtà sonora di ordinario aveva ben poco. Al cospetto però di una metal opera come ‘Glare Of Deliverance’, sorretta da un concept spettacolare – che mi ha riportato alla mente certe cose dei Death SS - e esaltata dalle orchestrazioni di Tommaso Monticelli, è inevitabile produrre delle riflessioni. La prima è che in ambito symphonic death l’Italia sta veramente muovendo dei passi da gigante, basta vedere cos’hanno combinato di recente i Fleshgod Apocalypse. La seconda è che anche dalle nostre parti è ormai possibile produrre dischi perfetti sotto ogni punti di vista. Le tragiche vicende di Eleanor, donna perseguitata e condannata al rogo dalla Santa Inquisizione, sono infatti descritte con una tumultuosità tecnica impressionante. Il guitar work di Tommy e Niccolò Cadregari è micidiale, le parti vocali di grande efficacia e la sezione ritmica, formata da Steven F. Olda e Richard Meiz (Lacuna Coil) è superba. La durata, settanta minuti circa, non inficia minimamente la capacità di attenzione perché la band ha lavorato sulle dinamiche, deletando cali di tensione e momenti anonimi. ‘Ritual’ e ‘Examination’ sono probabilmente i momenti più epici della scaletta ma ogni passaggio è legato all’altro e di conseguenza non ha molto senso citare un titolo invece che un altro. Rimane solo da ammirare i ragazzi dal vivo e valutare anche in tale dimensione i progressi compiuti in studio.