La sorpresa non è che gli inglesi siano ancora sulla breccia a quattordici anni dal debutto ma che, dopo averci vomitato adesso ogni tipo di testo, abbiano ancora qualcosa da dire. ‘Spare Ribs’ è una sorta di riassunto delle puntate precedenti e funziona alla grande, soprattutto per non impazzire durante il lockdown. I temi trattati dal duo sono come di consueto molteplici. Si va dalla Brexit (‘Shortcommings’) alla politica interna inglese, dai social media (‘ Elocution’) alla desolazione scaturita dalla pandemia (‘Out There’) e ci sono anche ospiti quali Amy Taylor degli Amyl and the Sniffers (‘Nudge It’) e Billy Nomates (appena uscita con l’esordio prodotto da Geoff Barrow dei Portishead) a rendere la materia più varia e dinamica. L’attivista Lisa McKenzie apre la cinica ‘Top Room’ mentre ‘Mork n Mindy’ è una bomba ad orologeria destinata a fare male dal vivo e perfetta per le playlist usa e getta di oggi. Nel complesso le registrazioni, svoltesi ai JT Soar Studios di Nottingham, hanno portato ottimi risultati e Jason Williamson e Andrew Fearn, dopo essersi presi il tempo necessario con la raccolta ‘All That Glue’, hanno saputo superarsi un’altra volta. Il loro minimalismo punk non ha smarrito l’urgenza dei primi giorni e addirittura ‘Spare Ribs’ fa meglio di ‘Eton Alive’, mostrandosi più autentico e letale nei momenti decisivi.