Bjorn Strid e David Andersson ci hanno preso gusto e ormai i The Night Flight Orchestra sono davvero una macchina lanciata in corsa. A distanza di pochissimo tempo da “Aeromantic” ecco che la superband scandinava immette sul mercato il suo successore “Aeromantic II” che non si discosta molto dal predecessore. Gli ingredienti di questo disco non si separano da quanto ci si aspettava alla vigilia. La musica è sempre piacevole e ti riporta indietro ai mitici anni 80. Tastiere, ritmi ballabili, canzoni secche e dirette, con una strizzatina d’occhio al rock che non guasta mai, soprattutto per rinsaldare quelle che sono le proprie origini. Rispetto al precedente “Aeromantic”, probabilmente, c’è un minore impatto con i brani, nel senso che gli stessi vanno ascoltati più volte prima che riescano a entrare definitivamente nella testa di chi si avvicina a questo lavoro. Ci sono, comunque, pezzi che ti fanno venire voglia di ballare come l’opener “Violent Indigo”, il singolo “White Jeans” e “I Will Try” che hanno tutto per essere dei classici della band nelle esibizioni dal vivo che risultano essere infuocate e strepitose. “Midnight Marvelous”, invece, è qualcosa a metà strada tra i Kiss di fine anni 70 e gli Europe di metà anni 80, mentre “How Long” fa tanto Howard Jones e questa cosa non va letta come un’offesa. In realtà se si è nostalgici dei tempi che furono, il manifesto di questo disco è “Change” che ti porta a sbattere il piedino, alzarti e ballare. La verità è che i The Night Flight Orchestra non possono essere visti come un progetto collaterale o come una band che regala valvole di sfogo ai musicisti che ci sono al suo interno. Il combo svedese deve, invece, essere considerato come una realtà solida e unica all’interno del frastagliato e divisivo mondo del rock. Sono come un tesoro che deve essere custodito ed ascoltato ogni qualvolta si ha nostalgia dei tempi che furono. Portano malinconia, ma fanno stare decisamente bene.