Per comprendere appieno quest'album è necessario fare un passo indietro e rivolgere lo sguardo a capitoli discografici come ‘Songs from the North I, II & III’ e ‘When a Shadow Is Forced into the Light’ oltre che alla scomparsa di Aleah Stanbridge. Nell’approccio compositivo dell’ex Trees Of Eternity Juha Raivio infatti c’è molto di un percorso psicologico e spirituale che si riflette in una scaletta ancora più intimista e oscura. Il nuovo album dei finlandesi arriva a pochi mesi dalla pubblicazione di “20 Years Of Gloom, Beauty And Despair: Live In Helsinki” e gioca molto sul significato di malinconia. A tratti tale malinconia sfocia in solitudine e disperazione mentre in altri frangenti si configura come una base oscura da cui partire a testa alta per ritrovare la luce. Ascoltando ‘The Void’ e ‘This House Has No Home’ non sembra quasi di trovarsi al cospetto della stessa band ma questo è uno dei punti di forza degli Swallow The Sun, riconosciuto anche dai fan più fedeli al death doom delle origini. La performance vocale di Mikko Kotamäki è di grande profondità e un ruolo importante lo recitano anche gli ultimi arrivati ovvero Juho Räihä, chitarrista dei Before The Dawn, e Jaani Peuhu, tastierista e cantante che di recente si è messo in mostra con i Mercury Circle. Da segnalare l’omaggio ai Katatonia di ‘Woven Into Sorrow’ e la collaborazione con Cammie Gilbert degli Oceans Of Slumber per ‘All Hallow’s Grieve’.