Anche se la stampa continua a definirli emergenti, gli svedesi sono già alla quarta fatica in studio ed il loro post-hardcore si è guadagnato consensi in tutto il mondo. Il successore di ‘Turn the Light On’ è in definitiva un disco destinato ad allargare ulteriormente la fanbase del gruppo anche perché sostanzialmente ne definisce in maniera ancora più puntuale i tratti distintivi. Il violino di Eddie Berg, cantante dotato di un timbro molto personale e duttile, arricchisce le trame strumentali e chi ama Bring Me The Horizon e Architects, non a caso il mixaggio è a cura di Henrik Udd, non potrà che apprezzare le robuste dinamiche ed i ritornelli accessibili che troviamo in scaletta. Ogni canzone si distingue per un approccio organico e onesto, moderno e personale ed è difficile indicarne solo una o due, tanta è la compattezza del materiale. La speranza è che sia ‘Turn The Light On’ che ‘Heaven In Hiding’ possano essere promossi dal vivo come si deve perché gli Imminence hanno tutto per sfondare e con un tour azzeccato, dopo l’esperienza acustica di ‘Live In Concert Halls’, potrebbero sul serio abbattere le ultime barriere che li separano dalla celebrità.