Negli ultimi tempi l'etichetta fondata a fine anni '90 da E.J. Johantgen e Dan Fitzgerald si è dimostrata molto attenta alle migliori sfumature della scena underground metal di oggi e con Pupil Slicer, Horndal e Wolf King ha centrato dei colpi davvero niente male. La storia potrebbe ripetersi con l'esordio omonimo, registrato e mixato da Shane Howard (Wayfarer, Allegaeon), di questa band che ama il black metal di Dark Funeral e Immortal così come le narrazioni distopiche e che può vantare in line-up ex membri di Ashen Horde, Catheter e Vimana. La copertina realizzata da Adam Burke si lega in maniera inequivocabile a 'Sunless', non a caso scelto come singolo per anticipare l'uscita dell'album, ma nella vana speranza di trovare una consolazione ai nostri peccati ed al disastro globale canzoni come 'False Idols' o 'Byzantine Promises' sembrano descrivere al meglio la brutalità del momento storico che stiamo vivendo. L'ibrido tra american black e modern metal è servito con chitarre gigantesche ed un suono di batteria che pare provenire da un laboratorio di analisi dove si sta protraendo chissà quale esperimento. ‘The Thorn’ e ‘Grave Expectations’ gli episodi che potrebbero nascondere un’evoluzione sonora importante in attesa che pandemia cessi di soffocare il mondo e che gli Abhoria possano di conseguenza dimostrare dal vivo tutte le qualità espresse con questa opera prima.