Il gruppo nato in Colorado nell'autunno del 2011 è cresciuto di release in release, passando per demo, singoli, EP ma soprattutto due full lenght incredibili come ‘Starspawn’ e ‘Hidden History Of The Human Race’, che per il sottoscritto rappresenta uno degli apici del pensiero estremo moderno. A dispetto di tanti colleghi che hanno sfruttato la pandemia per accumulare materiale in vista di tempi migliori, i Blood Incantation si sono chiusi ai World Famous Studios di Denver per dare vita ad un esperimento che ne conferma le influenze e l’attitudine. Oltre ad essere legati ai pionieri del technical death, i membri possiedono infatti un background progressive non trascurabile e ‘Timewave Zero’, contenente due tracce per quaranta minuti circa di durata, si presenta come un EP ambient con tonnellate di distorsioni, riverberi, droni terrificanti e atmosfere alienanti, che mi hanno riportato alla mente certe cose dei Voivod ma anche alcune sfumature degli Opeth di ‘Morningrise’. Per una volta non aspettatevi quindi retaggi di Death o Morbid Angel ma qualcosa a metà tra Popol Vuh e Lustmord, tra Neu! e Final, uno dei tanti progetti di Justin K. Broadrick dei Godflesh. Il consiglio è quello di accaparrarvi la limited edition con un’altra traccia di quasi trenta minuti. A quel punto potrete chiudere gli occhi e abbandonarvi totalmente alle sperimentazioni di Paul Rield, in passato già autore di una serie di ambient mixtapes, consapevoli che il vostro umore potrebbe essere condizionato pesantemente.