Seguo i bolognesi dai tempi di ‘Gen Nero’ e trovo riprovevoli certi discorsi che ho letto in giro sul fatto che si siano inseriti in un filone già precostituito. A parte che di band occult rock di questo spessore non ne avremmo mai abbastanza e poi, se proprio di filone si tratta, i Tenebra hanno fatto in maniera che nascesse e non ci si sono certo accodati in seguito. Se vi sono piaciuti i dischi di Messa e Le Pietre dei Giganti, ma aggiungo anche i Julinko sebbene siano su un piano diverso, allora immergetevi totalmente nella materia liquida e paludosa di ‘Moongazer’, un album mixato da Bruno Germano e costruito su invettive psichedeliche, riff giganteschi, influenze anni ‘60 e ‘70 e concessioni melodiche che vi faranno impazzire. In ‘Moon Maiden’ appare Gary Lee Conner degli Screaming Trees mentre ‘Winds Of Change’ è il pezzo più radiofonico in scaletta, ma sono gemme sonore come ‘Heavy Crusher’, ‘Cracked Path’ e ‘Space Child’, tagliata in due da un sax demoniaco, a dare la misura del valore di questi ragazzi. La voce di Silvia domina la scena, come una mistress in assoluto controllo del corpo del proprio schiavo, e la chitarra di Emilio cresce di minuto in minuto, tra retaggi di Black Sabbath, Cream e Jerusalem.