Non so se sia a causa della nuova operazione di mastering oppure semplicemente il risultato di una visione avanti anni luce, però ‘Before And After Silence’ mi è apparso fin dal principio come il disco più cinematico nella lunga storia di Giuseppe Verticchio. Ammirate il trailer che è stato diffuso in rete e forse capirete meglio quello che sto dicendo. Eppure la musica non è stata composta di recente ma risale alla prima metà degli anni ‘90. Parliamo infatti del secondo volume di Early Electronic Works Series, recuperato da vecchie musicassette live e legato al periodo più minimale e sperimentale del manipolatore romano, che all’epoca non era ancora entrato in contatto con la Thailandia e certa strumentazione etnica. Non parliamo di un lavoro - presentato con un digipack di pregio in rigoroso bianco e nero e capace di cogliere molto bene l’essenza del progetto - che segue uno schema predefinito, ma di un’immersione nel mare del dark ambient più viscerale, con vertiginose profondità per il genere umano e squarci di puro industrial-noise quando si tenta di riemergere in superficie. Il titolo cita Brian Eno e, più o meno inconsapevolmente, durante l’ascolto capita di imbattersi in retaggi di Coil, Lustmord e perfino Thomas Köner. Ciò non toglie che la proposta di Nimh sia quanto mai attuale e originale. A tratti pare proprio di trovarsi sotto una cascata in Islanda o al cospetto di un’imminente eruzione lavica. In altri frangenti si ha l’impressione di essere catapultati in una fabbrica dove gli individui sono solo numeri o nel più malfamato laboratorio dove si progetta il futuro della specie. Prima e dopo, solo silenzio.