Ogni estate vi segnalo uno o due album estremi da ascoltare in spiaggia o mentre siete circondati da turisti, familiari e bambini che schiamazzano. Un modo per isolarsi dal resto del mondo e scavare nell’inconscio piu’ nero e dissoluto. A tre anni da ‘Swept In Black’ il sontuoso death metal dei danesi torna a riecheggiare nelle mie orecchie mostrando un’evoluzione minima della struttura compositiva, ma allo stesso tempo un grado di aggressività fuori dal comune. I Lifesick sono una live band, di quelle feroci e inarrestabili, eppure anche tra le quattro mura di uno studio di registrazione possono fare molto. Con tutto il rispetto per Isolation Records, etichetta berlinese che annovera in catalogo altre formazioni interessanti come Mass Worship, Sundowning e Redemption Denied, mi aspettavo che il nuovo album – promosso con l’artwork di Paolo Girardi, artista italiano che ricordiamo a servizio tra gli altri di Power Trip, Inquisition e Bewitcher - potesse contare su una distribuzione piu’ importante, però questo è il mercato di oggi. Le influenze hardcore-punk fanno la differenza, così come la produzione di Jacob Bredhal (Hatesphere), e pezzi come ‘Wolf Amongst Rats’, ‘Misanthropy’ e ‘Enslavement Method’ sapranno ripagarvi delle fatiche dell’anno con rancore in quantità.