Un altro dischetto carino da ascoltare sulla sdraio mentre vorresti annientare un manipolo di bambini che gioca a biglie all’ombrellone accanto e urla come se non ci fosse un domani è il sesto full lenght degli irlandesi, fermi da otto anni con l’eccellente ‘Pessimist’. Con quel lavoro il gruppo guidato da Bill Whelan e Steve Maher aveva tentato di spingersi, senza troppo successo, a livelli più elevati di riconoscimento a carattere internazionale e la lunga pausa che ne ha seguito la pubblicazione è dovuta anche ad i cambi di line-up, con l’ingresso della siciliana Irene Siragusa (ex-Wound Upon Wound, Sodb) al basso ed il ritorno del mostruoso Olan Parkinson (Kill All The Gentlemen) dietro le pelli. ‘Epic Desecration’, scelta come anteprima online dall’etichetta indiana, aveva anticipato un rigoroso comeback alle radici del grind e del death più putrido e malvagio e quasi tutta la scaletta si pone sulla medesima linea artistica. Solo in un paio di episodi gli Abaddon Incarnate, scaltri nel puntare su Ken Coleman (Morbid Angel) per un artwork di spessore assoluto, propongono un sound più slabbrato e leggermente accessibile, ma l’impatto con la release è dolorosissimo e pezzi come ‘Veritas’, ‘Killing Spree’ e ‘Resurrected From A Mass Grave’ sono mazzate che dal vivo potrebbero divenire davvero epocali. La durata media è sui due minuti tranne per ‘Isolation And Decay’ che raggiunge i sette e riassume di fatto il messaggio selvaggio di un quartetto che ci auguriamo possa approdare presto dalle nostre parti.