Un esercizio di stile, puro godimento per chi ama il death metal vecchia scuola e la materia horror. Non so quanto abbia senso chiamarli ancora supergruppo, visto che ormai possono vantare sei full lenght, ma di sicuro è fantastico percepire tanto divertimento e tanta comunione d’intenti in personaggi del calibro di Nick Holmes (Paradise Lost), Anders Nyström e Jonas Renkse (Katatonia). Alla batteria troviamo sempre l’ex Opeth Martin Axenrot, autore di un paio di passaggi eccezionali, mentre l’altra ascia è stata offerta a Tomas 'Plytet' Åkvik (Lik) che ha contribuito a rendere micidiali pezzi come ‘Zombie Inferno’, ‘Dead Parade’ e ‘Tales Of Melting Flesh’. La lista crediti non termina qui perché sono stati invitati come ospiti Luc Lemay (Gorguts), Barney Greenway (Napalm Death) e Marc Grewe (Morgoth), per una forma di death metal malsana, viziosa, implacabile e irrevocabilmente giurata all’oscurità. Un bagno di sangue che piacerà sicuramente ai fan delle suddette band, ma che contiene un pizzico di follia e sguaiataggine in più rispetto a ‘The Arrow of Satan Is Drawn’ che potrebbe attrarre pure fasce di pubblico più giovane. Al termine dell’anno saranno in pochi ad aver fatto meglio dei Bloodbath e ‘Survival Of The Sickest’ è perfino perfetto per una nuova visione della trilogia di Rob Zombie composta da The House of 1000 Corpses, The Devil’s Rejects e 3 From Hell.